Un bicchiere di Sciascinoso, il miglior modo di ricordare “Caruso” di Lucio Dalla foto

San Martino Valle Caudina è un paesino di quattromila anime che sorge ai piedi di un castello che appartiene alla famiglia Pignatelli della Leonessa, antica schiatta di nobili irpini. E’ gemellato con Sorrento perché qui per la prima volta Lucio Dalla fece ascoltare al Mondo “Caruso”, al cantante bolognese non sono mai mancate né la fantasia né l’originalità: cantare del mare che luccica sul Golfo di Surriento circondato dai Monti del Partenio, sarà stata una combinazione ma lui un po’ ci avrà ridacchiato. Questa è terra di lupi, castagni e faggi, ma anche di vitigni, quello che ho il piacere di presentarvi oggi è lo “Sciascinoso”. A dispetto del nome che sembra uno scioglilingua, è un vigneto che produce uva di tutto rispetto, nera, composta, ovoidale, come scrive chi ne sa certamente più di me. Spesso confuso con l’Olivella nera, lo Sciascinoso è vino che a fatica ma grazie alla forte determinazione di alcuni viticoltori ha conquistano un suo spazio autonomo nel mondo dei vini italiani. Dapprima infatti lo Sciascinoso è stato per anni sacrificato sull’altare dell’aglianico, oggi invece è vino riconosciuto ed è presente nel Registro nazionale varietà di vite a partire dal 1970 (G.U. 149 17/06/1970) . Lo Sciascinoso è vino di colore rosso rubino intenso, al palato è fruttato con note di ciliegia, amarena e piante officinali, mediamente tannico e morbido. E’ vino che si beve giovane e si accompagna tradizionalmente con pasta al ragù, timballi, polpettoni, carni bianche e formaggi di media stagionatura. Questo vino delizioso ho avuto modo di scoprirlo a Sorrento, a Villa Fiorentino dove dal 12 al 13 ottobre è in programma la kermesse enogastronomica “Stelle & Sirene”. A propormelo un’amabile coppia di viticoltori irpini la signora Nina e il signor Antonino Vitagliano che qui a Sorrento hanno messo su uno stand che celebra in modo degno i prodotti tipici di San Martino Valle Caudina, ma vi assicuro che non c’è bisogno di ricorrere alla cucina stellata per apprezzarli, come direbbe Max Mariola: basta un panino. Nel caso dei Vitagliano su una michetta tagliata a metà lasciate cadere la crema dell’impiccato, caciocavallo dal profumo intenso e sapore spettacolare, sposatelo con il crudo irpino e libate con un bicchiere di Sciascinoso anche questa è grande cucina.
Luigi De Rosa