Benevento, droga nascosta negli armadi del box: ai domiciliari

16 novembre 2019 | 11:18
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Benevento, droga nascosta negli armadi del box: ai domiciliari

Dal centro storico alla periferia. Il contrasto allo spaccio di droga in città continua in modo costante e non trascura alcun rione nella consapevolezza che alle tradizionali piazze di spaccio si aggiungono anche dei luoghi del tutto nuovi dove operano individui che non risultano noti alle forze dell’ordine. E il nuovo blitz di ieri mattina dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Benevento alla contrada Epitaffio ne è una conferma. È finito agli arresti domiciliari Alberico Parente, operaio di 40 anni, di Apollosa. Chiaramente i carabinieri avevano acquisito elementi nei giorni scorsi per cui sono andati a colpo sicuro. L’arresto è scaturito infatti al termine di una perquisizione della casa dell’uomo. L’operazione ha consentito ai carabinieri di rinvenire e recuperare all’interno di due armadietti chiusi nel garage 274 grammi di marijuana; 19 grammi di cocaina; un panetto di hashish per un peso di 80 grammi; un bilancino di precisione e un grinder per tritare la sostanza vegetale. Nel corso delle indagini è stato accertato, inoltre, che l’operaio non lavorava e percepiva l’indennità di disoccupazione.
Dopo essere stato condotto presso il Comando provinciale è stato dichiarato in arresto con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e, su disposizione del sostituto procuratore di turno, che ha coordinato le attività, è stato trasferito presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari. L’operaio ha nominato suo difensore Angelo Leone e nelle prossime ore sarà ascoltato del gip Loredana Camerlengo chiamata a pronunziarsi sull’arresto.E ieri la droga è stata al centro anche di un’udienza presso il Gup Gelsomina Palmieri che ha condannato a quattro anni e a una multa di 18mila euro Ramon De Rienzo, 51 anni, e Ivano Nizza, 44 anni, entrambi beneventani e difesi dall’avvocato Claudio Fusco che hanno optato per il rito abbreviato. Il pubblico ministero Vincenzo Toscano aveva chiesto per i due una condanna a sei anni e sei mesi. Il blitz degli agenti della Squadra Mobile che aveva portato all’incriminazione dei due era scattato in città nel settembre dello scorso anno. Secondo l’accusa la droga era nascosta in un deposito di un bar al rione Libertà e anche in un giardino adiacente.
Gli acquirenti degli stupefacenti, secondo l’accusa, di volta in volta venivano invitati all’interno del locale, mentre le dosi venivano prelevate dal terreno, dove venivano sistematicamente seppellite. Il blitz fu effettuato dopo una serie di appostamenti. Gli agenti avevano anche accertato che queste dosi venivano vendute al prezzo di 30 euro. Prima dell’operazione gli agenti della speciale sezione della Mobile preposta appunto a perseguire i reati legati dallo spaccio di stupefacenti, avevano proceduto a un’osservazione nella zona del rione Libertà.
E così avevano assistito alla vendita di alcune dosi di eroina e cocaina. Due acquirenti erano stati anche bloccati e identificati e non hanno potuto negare di aver acquistato qualche minuto prima la droga.
Nel deposito del locale, tra le bibite, erano state poi trovate dosi di eroina e cocaina, un bilancino di precisione e materiale plastico per il confezionamento, tutto ovviamente sequestrato.
e.m.