I brutti sogni hanno una funzionalità ben precisa

27 novembre 2019 | 08:04
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I brutti sogni hanno una funzionalità ben precisa

Secondo una ricerca che ha visto protagonisti esperti di neuroscienze dell’università di Ginevra, trascorrere una notte turbolenta a causa dei sogni aiuta a fronteggiare con meno ansia le proprie paure. Secondo gli studi effettuati, i brutti sogni hanno un’utilità specifica, ovvero quella di aiutarci a gestire e controllare l’ansia in modo più efficace nella quotidianità della vita reale, consentendoci di reagire meglio a situazioni che ci impauriscono. Per arrivare ad affermare ciò, i ricercatori svizzeri hanno monitorato la funzione cerebrale di 18 persone durante il sonno. Sono stati posizionati su di essi 256 elettrodi per effettuare un’elettroencefalografia, mentre tutte venivano svegliate più volte durante la notte. Ad ogni risveglio, queste persone dovevano raccontare agli esperti se avessero sognato e, in particolare, se avessero provato sensazioni legate alla paura. I ricercatori, dopo questi test, sono stati in grado di determinare le regioni del cervello che si sono attivate quando si è verificato un brutto sogno. “Analizzando l’attività cerebrale”, ha raccontato Lampros Perogamvros, uno degli autori della ricerca , “abbiamo identificato due regioni implicate nell’induzione della paura sperimentata durante il sogno, Si tratta dell’insula e della corteccia cingolata”. La prima, in particolare, è protagonista anche nella valutazione delle emozioni da svegli e si attiva automaticamente quando si ha paura. La corteccia cingolata, invece, ha un ruolo specifico nella preparazione di reazioni motorie e comportamentali in caso di minaccia. “I sogni possono essere visti come una vera e propria formazione delle nostre reazioni future e possono potenzialmente prepararci ad affrontare i pericoli”, ha poi aggiunto l’esperto, ricercatore presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’ateneo di Ginevra. Quindi questa importante scoperta potrebbe avviare delle nuove terapie per combattere il nemico collettivo: l’ansia.