La poesia e l’amore sono il nostro cadere più vero nel mondo, incontro con Franco Arminio
Sorrento, ieri sera, 4 novembre 2019, presso l’auditorium della Chiesa di Nostra Signora di Lourdes c’è stato l’incontro con lo scrittore Franco Arminio. L’autore di Bisaccia, famoso per la sua paesologia ha intrattenuto un pubblico attento e numeroso con uno dei suoi reading atipici, nel senso che la sua poesia è caratterizzata da un continuum di scambi e dialoghi con il pubblico più che dalla classica declamazione di versi. Probabilmente è questo suo “donarsi” al lettore-ascoltatore che rende i suoi libri e i suoi incontri così seguiti. Franco Arminio, al contrario di altri, non scrive poesie per i poeti ma per la gente, questo a mio modo di vedere è un grande complimento. Fa piacere sapere, e lo confermo come libraio, che testi come “Cedi la strada agli alberi” e “L’infinito senza farci caso” abbiano venduto tantissimo nonostante siano raccolte di poesie, in un Paese come l’Italia, dove il 90% degli studenti alla Maturità si chiede chi era Caproni, e legge Gio Evan perché la Isoardi ne ha citato due versi per lasciare Salvini. E’ motivo di soddisfazione trovare conferma anche nel pubblico di stasera che la letteratura è ancora amata e seguita, vuol dire che non tutto è perduto. Di Franco Arminio stasera desidero ricordare due interventi fra i tanti che hanno caratterizzato la sua performance, il primo è quello sugli anziani e il “turismo di clemenza” come lo chiama lui, andare a zonzo (magari proprio con lo stesso spirito positivo di Jerome) ad ascoltare gli anziani, a conversare con loro, recuperando memorie, memoria e umanità, infine: il canto. Sì, Franco Arminio è stato capace anche di farci cantare, del resto Calliope, la musa della poesia epica, è colei che ha una bella voce, o no? Il canto come la poesia dunque, un modo antico ma sempre valido per creare aggregazione, abbandonare like e condivido che non sanno di nulla, lasciarsi andare, unire voci cantare l’amore e perché no, Bella Ciao, “canto d’ufficio” dice il poeta bisaccese quasi a voler lasciare che sia colui che l’ascolterà a scoprire che è in realtà un canto di libertà. Un ringraziamento particolare va al parroco don Antonino Minieri e ai parrocchiani che hanno reso possibile la realizzazione di una serata all’insegna della cultura e dello stare insieme.
Luigi De Rosa