Liliana Segre sotto scorta, dopo le minacce assegnata la tutela alla senatrice a vita. Il Centro Wiesenthal: “Una vergogna per l’Italia”

7 novembre 2019 | 18:55
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Liliana Segre sotto scorta, dopo le minacce assegnata la tutela alla senatrice a vita. Il Centro Wiesenthal: “Una vergogna per l’Italia”

Due carabinieri l’accompagneranno negli spostamenti. Zingaretti: “Facciamole scudo”. Salvini minimizza: “Minacce gravi come quelle che ricevo io”. La Lega a Pescara: “No alla cittadinanza onoraria”

La decisione di assegnare alla senatrice a vita è stata presa durante il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza che si è tenuto ieri. Sugli insulti e minacce ricevuti dalla senatrice via web la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta allo stato contro ignoti. A occuparsene è il Dipartimento antiterrorismo. Sono oltre 200 i messaggio di odio online che la senatrice riceve quotidianamente. E nel suo primo appuntamento pubblico da quando le è stata assegnata una scorta dei carabinieri, Liliana Segre non ha voluto fare alcun commento alla cosa. “Non voglio rilasciare nessuna dichiarazione, voglio solo guardare la mostra” ha detto all’anteprima stampa dell’esposizione ‘Nei palchi delle Scala – Storie milanesi’ al museo del teatro prima di essere accompagnata a visitarla da Pierluigi Pizzi, il regista e coreografo che ne ha curato l’allestimento.

Zingaretti: “Facciamole scudo”
“A pochi mesi dagli anni 20 di questo nuovo secolo, a una donna straordinaria come Liliana Segre viene assegnata una scorta: potrebbe essere vittima di attacchi razzisti. Di fatto in qualche modo si limita o si vincola la sua possibilità di vivere libera”. Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti su Facebook. “Non laviamocene le mani- esorta- dobbiamo difenderla tutte e tutti facendo scudo con la forza delle idee e l’impegno civile. Ogni giorno. Affinchè gli anni 20 del 2000 siano anni di riscatto della dignità umana, di libertà e democrazia. E il deputato dem Emanuele Fiano afferma: “A Liliana Segre, una delle ultime sopravvissute italiane alle camere a gas di Auschwitz-Birkenau, oggi lo Stato assegna una scorta perché la deve difendere da nuove minacce. È un terribile segnale, è un mondo che corre all’indietro. Difendere oggi chi ha attraversato l’inferno ieri è un dovere ma è anche una sconfitta”.

Per la sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento Simona Malpezzi, “La decisione di mettere sotto tutela la senatrice a vita Lilliana Segre, per le continue minacce che riceve, rende l’idea del pericolo che corrono tutte le persone civili e democratiche nel nostro Paese. C’è un clima sociale e politico pesante in Italia che viene spesso sottovalutato, da oggi non deve essere più possibile tollerare qualsiasi manifestazione o cedimento verso posizioni razziste e fasciste. È un impegno che tutti i gruppi parlamentari devono assumere con chiarezza. Lo dobbiamo a Lilliana Segre, lo dobbiamo alla democrazia che va difesa senza alcuna ambiguità”.

La Lega a Pescara: “No alla cittadinanza onoraria”

“Anche io ricevo minacce, ogni giorno. Le minacce contro la Segre, contro Salvini, contro chiunque sono gravissime”. Così il leader leghista, Matteo Salvini, a margine della manifestazione di Coldiretti a Montecitorio, ha commentato l’assegnazione della scorta alla senatrice. E a Pescara il capogruppo della Lega si oppone alla proposta di conferire a Liliana Segre la cittadinanza onoraria.
“Mancano i presupposti per dare la cittadinanza onoraria perchè manca un legame con il nostro territorio: a questo punto dovremmo conferirla anche ai tanti rappresentanti delle istituzioni che ricevono pubbliche offese e minacce”, ha obiettato Vincenzo D’Incecco, capogruppo della Lega al Comune di Pescara, sulla proposta di Marinella Sclocco, consigliera comunale di centrosinistra. Fratelli d’Italia invece propone di conferire la cittadinanza anche ai parenti delle vittime delle foibe.

Il sindaco Sala: “Le sono vicino, tutto il possibile per sostenerla”

“Liliana Segre ha la mia amicizia, la mia stima e anche la mia vicinanza. Noi faremo tutto il possibile non solo per sostenere Liliana, ma per sostenere una battaglia che a mio parere è molto contemporanea”, quella dell’antifascismo. Così il sindaco di Milano Beppe Sala ha espresso, a margine della deposizione delle corone per commemorare i defunti della polizia locale, la sua solidarietà alla senatrice a vita.

“Purtroppo ci stiamo confrontando con forme di fascismo diverso, mi sembra un fascismo 2.0. Il fascismo è sempre stato intriso di una dose di razzismo. Una volta la razza da colpire era quella ebraica, mentre oggi si va sul colore della pelle o su altri tipi di diversità – ha concluso – . Però è un modello che si ripropone e proprio per questo io non credo che si debbano sottovalutare questi segni. A volte c’è chi mi dice ‘si vabbè, ancora con l’antifascimo…’. Sì, ancora. E da sindaco di Milano io sento che più che mai bisogna battersi”.

Il presidente della Lombardia Fontana: “Troncare certe finte culture”

“Si dovrebbe cercare di troncare quelle finte culture” ha commentato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. “E’ assurdo che si debba ricorrere a una misura di questo genere in una società civile e libera come la nostra per una persona eccellente come la senatrice Segre, che già nella sua vita ha avuto esperienze drammatiche”. “Giusto” quindi che abbia avuto la scorta ma “inconcepibile e inaccettabile” secondo il governatore che sia stata necessaria. “Non credo – ha aggiunto – che l’Italia sia razzista. Non credo che questi sussulti di vecchiume siano diffusi. Penso che pochi dicano queste cose perché ci credono” molti dicono queste cose per “ignoranza” senza “rendersi conto di cosa dicano”. Per questo serve l’educazione: “Si dovrebbe cercare di troncare – ha concluso – quelle finte culture che ancora fanno riferimento a quelle realtà”.

Virginia Raggi: “Offese senza vergogna”

“Sono vicina alla senatrice Liliana Segre. È molto grave che ci sia ancora qualcuno che prova a offendere senza vergogna la vittima di una persecuzione atroce, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti”.

Gad  Lerner: “Su di lei stesse insinuazioni su Anna Frank”

“Le stesse banalizzazioni, volgarità, insinuazioni su Anna Frank colpiscono adesso Liliana Segre” ha detto Gad  Lerner esprimendo solidarietà alla senatrice durante la presentazione del docufilm ‘ANNEFRANK. Vite parallele’. “E qualcuno dirà che pure la scorta è un privilegio”, ha aggiunto Lerner.

Comunità ebraica di Milano: “Triste che serva la scorta”

“E’ triste che ci sia bisogno di una scorta per proteggere una persona del genere” Milo Hasbani, presidente della Comunità ebraica di Milano, ha commentato con queste parole la notizia della scorta a Liliana Segre, ricordando che quando è stata nominata senatrice a vita l’aveva rifiutata. La scorta “non penso – ha aggiunto Hasbani – che possa eliminare quello che Liliana Segre subisce”, ovvero insulti e minacce che riceve via web o direttamente, striscioni di protesta.

Roberto Cenati, presidente Anpi

“Se si arriva a dare la scorta a Liliana Segre vuol dire che siamo di fronte a una società che non ha rispetto per chi è sopravvissuto alla Shoah ed è un testimone unico della storia e delle nefandezze che stanno succedendo in questo momento in Italia. Esprimiamo alla senatrice la nostra solidarietà, anche se la preoccupazione è forte per la deriva dei valori morali a cui stiamo assistendo” ha detto il presidente Anpi Roberto Cenati. “Siamo arrivati a un livello di guardia, con le minacce che arrivano anche a una personalità de calibro di Liliana Segre, impegnata in un lavoro capillare di testimonianza nelle scuole e verso i giovani” ha concluso.

Efraim Zuroff, Centro Wiesenthal
“E’ una vergogna per l’Italia che una sopravvissuta alla Shoah di 89 anni sia attaccata in questo modo su internet”. La denuncia è di Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme. “E’ responsabilità del governo fare pressione perché ciò finisca. Ma il problema – ha spiegato – non sta tanto nell’Italia, quanto nelle reti sociali che dischiudono un diluvio di attacchi personali”.

Osvaldo Napoli, Forza Italia
“La solidarietà alla senatrice Liliana Segre è il minimo sindacale da parte di ogni persona civile. La solidarietà e l’affetto per lei, però, non possono metterci al riparo da qualche domanda inquietante per capire che cosa è cambiato nel profondo della società e della politica italiana. Un errore da evitare è quello di catalogare nel novero degl imbecilli gli anonimi e dunque vili autori dei messaggi minacciosi all’indirizzo di Liliana Segre. Non sono né imbecilli né sprovveduti. Sono persone che coltivano quotidianamente l’odio razziale, magari sono anche in grado di argomentare e motivare i loro messaggi. La politica non può più limitarsi alla solidarietà e alla vicinanza, oggi alla senatrice Segre domani al signor Rossi. I protagonisti della politica devono per primi avvertire, per la loro alta esposizione mediatica, la responsabilità di ripulire un lessico troppo intriso di violenza, di ultimatum, di minacce”.

LA REPUBBLICA