Occasioni su occasioni
Si parte a ritmi altissimi: Onguené prima sfiora l’autogol deviando malamente un destro di Insigne (bravissimo Coronel), poi si divora la chance del vantaggio mettendo a lato di testa sugli sviluppi di un angolo da destra, tema ricorrente nella serata napoletana. Zielinski grazia Coronel dopo un’uscita da dimenticare, neanche sessanta secondi e Koulibaly abbatte in area Hwang, mandando Haland sul dischetto per la trasformazione che porta avanti gli austriaci. La difesa a 3 del Salisburgo non è ermetica e si vede al 12′, quando Callejon colpisce il palo interno di testa sul classico cross di Insigne da sinistra. Davanti Ancelotti sceglie la coppia Mertens-Lozano, puntando spesso sulle scorribande del messicano ad attaccare gli spazi lasciati dal Salisburgo. Dal canto suo, il Napoli è inguardabile quando c’è da difendere sui piazzati: Wöber va vicinissimo al raddoppio con un comodo mancino al volo. Decisamente meglio, gli azzurri, se si tratta di attaccare: Insigne manca l’appuntamento con il gol su cross di Callejon, Coronel salva i suoi su una bella giocata di Lozano. Il capitano partenopeo ha un’altra chance colossale su invito di Fabian Ruiz, innescato da un tacco geniale di Mertens, ma spara clamorosamente alto dal cuore dell’area di rigore. Sembra un primo tempo maledetto per il Napoli, Lozano riesce però a trovare il pertugio giusto: partenza sul filo del fuorigioco e conclusione rasoterra dal limite dell’area, per il San Paolo è un sospiro di sollievo, per “Chucky” il primo gol davanti al pubblico amico.
Secondo tempo dai due volti
Il pareggio in chiusura di tempo scarica mentalmente gli azzurri, che nei tre minuti di recupero della prima frazione concedono tre palle-gol enormi: Hwang, ancora Wöber sugli sviluppi di un angolo e Szoboszlai le sprecano, permettendo ai padroni di casa di andare negli spogliatoi sull’1-1. Ancelotti lascia Mario Rui negli spogliatoi inserendo Luperto, Marsch cambia modulo: dentro un centrocampista come Mwepu, fuori un difensore (Pongracic). Il primo quarto d’ora della ripresa dice Salisburgo, gli austriaci fraseggiano senza problemi facendo valere una ritrovata superiorità numerica in mediana, Hwang non concretizza questa fase di predominio calciando debolmente su Maksimovic da posizione favorevole. E’ ancora Lozano a suonare la carica con un bel destro da fuori che termina alto di poco. Marsch sceglie Ashimeru per Minamino, rinunciare al nipponico non è una mossa brillante: per quanto confusionaria, l’elettricità del classe 1995 stava creando scompiglio sulla trequarti. Dopo più di 70 minuti con il doppio attaccante rapido, Ancelotti decide di cambiare volto al suo attacco: prima Milik per Mertens, quindi Llorente per Lozano. Il Napoli sfiora il colpo grosso con un cross di Insigne divenuto un tiro beffardo per Coronel: traversa-testa del portiere-fuori. Il finale è tutto azzurro, anzi, tutto spagnolo: Llorente va vicino al bersaglio grosso sugli sviluppi di un corner, con una complicatissima girata aerea in allontanamento, e poi su assist di Callejon, ma la frustata è imprecisa nonostante la solitudine a centro area. L’1-1 va forse stretto al Napoli, che vede comunque vicinissima la qualificazione pur avendo perso il primo posto nel girone.
NAPOLI-SALISBURGO 1-1 (1-1)
Napoli (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Mario Rui (1′ st Luperto); Callejon, Fabian Ruiz, Zielinski, Insigne; Mertens (28′ st Milik), Lozano (41′ st Llorente). All.: Ancelotti
Salisburgo (3-5-2): Coronel; Pongracic (1′ st Mwepu), Onguené, Wöber; Kristensen, Minamino (16′ st Ashimeru), Junuzovic, Szoboszlai, Ulmer; Hwang, Haland (30′ st Daka). All.: Marsch.
Arbitro: Marciniak
Reti: 11′ pt rig. Haland, 43′ pt Lozano
Ammoniti: Zielinski, Onguené, Pongracic
Recupero: 3′ e 3′