Napoli,il ritiro? Serve altro

6 novembre 2019 | 08:30
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NAPOLI LA NOTTATA NON E’ PASSATA

– Erling Braut Haaland, 19 anni, bomber norvegese del Salisburgo, continua a macinare gol e primati. Dopo la sfida di ieri con il Napoli, infatti, il biondo attaccante è diventato il quarto giocatore di sempre nella storia della Champions a segnare in ciascuna delle prime quattro partite della sua carriera nella competizione. Prima di lui erano riusciti nell’impresa Zé Carlos con il Porto (1992/93); Del Piero con la Juventus (1995); Diego Costa con l’Atletico Madrid (2013/14). E la valutazione di Haland sale…

Il fallo di Koulibaly su Hwang è netto e l’arbitro Marciniak (Polonia) senza neanche il minimo dubbio CONCEDE IL RIGORE .Ma il pestone che Onguéné rifila a Mertens era da secondo giallo. Sempre vicino all’azione  FA FINTA DI NIENTE

Quando le distrazioni sono difensive, troppe e talvolta inspiegabili (non possono dipendere solo dalla partenza del mai troppo rimpianto Albiol). E quando alle dormite dei quattro dietro si associano ripetutamente gli errori di precisione nei passaggi e nelle conclusioni: non si può parlare soltanto di sfortuna se, tra campionato e coppa, si centrano 14 legni in 15 partite o se, come contro il Salisburgo, si tira verso la porta di Coronel 29 volte inquadrandola solo in quattro occasioni.
E’ tuttavia la fase difensiva il principale difetto del Napoli: Ancelotti può cambiare Manolas con Maksimovic, ma il reparto continua a soffrire tanto sugli esterni, in particolare dalla parte di Mario Rui, quanto centralmente dove fa cose che noi umani… Koulibaly è costantemente in affanno e quindi condannato a recuperi in scivolata, a numeri da circo, a respinte col corpo. La generosità non gli fa difetto, l’attenzione sì. Solo nella ripresa è stato impeccabile.
Più che del ritiro lungo il Napoli ha dunque bisogno di un centrocampista centrale, di protezione e ordine, di un Veretout, questo il primo nome che mi viene, e di un esterno sinistro in grado di sostenere l’azione di Insigne, ieri sera brillante a 75 per cento, il restante 25 sta ancora sorvolando la traversa del Salisburgo.
Il Napoli ha comunque fatto tanto per vincere e anche per complicarsi l’esistenza, alla fine – grazie a Lozano, premiata l’insistenza e la competenza di Ancelotti – ha portato a casa il punto che gli consente di guardare alle prossime due gare con fiducia: per passare agli ottavi gli basterà battere il Genk al San Paolo.

Mica semplice giocare in una notte così, portandosi dentro tutto quello che è capitato in una settimana anche pazzesca: dal (non) rigore con l’Atalanta e una vittoria che diventa pareggi, alla sconfitta dell’Olimpico, al ritiro sino a domenica mattina, al senso di fragilità che s’è notato, alle paure di rovinare tutta una stagione, subito, già da novembre. Napoli-Salisburgo è un tormento percettibile, per chiunque, anche per Ancelotti, che a un certo punto, dopo il tredicesimo e il quattordicesimo palo, deve aver pensato che la sfortuna esiste ma anche il coraggio, che aiuta ad uscire dalle tenebre… E’ stata dura, persino durissima, in quell’ora e mezza ricca di tremolii, con il sospetto di rovinarsi l’anima ma anche un anno intero che ad un certo punto s’è avventato sul San Paolo, prima che Lozano trovasse la porta per sfilare via da quell’incubo e consentisse ad Ancelotti di guardare di nuovo oltre le ombre che però restano nell’umore. Da qui il silenzio misterioso di Ancelotti alla fine della partita.

LOZANO FELICE. Un tempo vibrante e la ripresa quasi calcolando, ma stavolta valeva la classifica, la possibilità di mettere le mani sugli ottavi di finale che Ancelotti ora scorge, in un finale di post-partita lunghissimo, restando chiuso negli spogliatoio per un po’, riflettendo su questa settimana insospettabile, con quel carico di tensione che si è colta dall’Olimpico sino al San Paolo. Parlarne dopo questo pareggio che sa comunque di ottavo di finale è un esercizio un po’ faticoso e forse anche fastidioso, mentre Lozano si gode il suo momento. «E’ chiaro che sono contento per il gol e anche per la prestazione. Noi vogliamo conquistare il passaggio del turno e dunque andare avanti. E’ un momento difficile ma abbiamo le qualità per venirne fuori, la prestazione è stata notevole, abbiamo creato tante palle gol e siamo stati anche sfortunati, cogliendo due pali. Bisogna aver pazienza ma siamo convinti che regaleremo soddisfazioni ai nostri tifosi e alla società. Questo pareggio ci mette in condizione di guardare con ottimismo ai prossimi turni e anche al campionato. Stamo già pensando al Genoa».

PARTERRE. Il calcio, a certi livelli, richiama uomini da ogni angolo del Paese e una visita, in casi del genere, non è mai di cortesia e nasconde, necessariamente «interessi»: Fausto Salsano, 56 anni, qui è di casa, lui ch’è nato e cresciuto a Cava de’ Tirreni, però da un bel po’, si direbbe da sempre, è il braccio destro di Roberto Mancini, il Ct, e al san Paolo c’è dovuto andare per «studiare» Meret, Di Lorenzo e Insigne, l’azzurro-Napoli che poi diventa azzurro Italia; e Matteo Tognozzi, capo scouting della Juventus, invece ha dovuto vedere altro, perché nel Salisburgo c’è abbondanza di talenti e di gioventù, da Haaland a Szoboszlai, tanto per non fare nomi. Ma questa è già un’altra storia.

fonte:corrieredellosport