Peste suina africana (PSA) in Cina, milioni di capi abbattuti: come reagirà il mercato italiano? Aumenterà il prezzo della carne?
Cina -Italia. Sembra una iattura ma proprio nell’anno del maiale in Cina si è diffusa violenta la peste africata (che non è letale per l’uomo) tra i suini. L’ epidemia di febbre suina africana, scatenata dal virus Asfv, sta decimando i capi presenti negli allevamenti. Si stima che quest’anno saranno macellati il 20% in meno dei suini, con un danno economico (e di immagine) enorme. I cinesi amano la carne di maiale. Il suino è l’ingrediente principale in un gran numero di piatti tipici consumati da 1,4 miliardi di cittadini del Celeste Impero. E le dimensioni del settore rispecchiano questa passione. Nella Repubblica popolare ci sono circa 26 milioni di allevamenti, molti dei quali di piccole dimensioni, altri invece con estensioni notevoli. Gli animali allevati sono circa 440 milioni, la metà di quelli presenti sull’intero pianeta. E il giro d’affari del settore è pari a 114 miliardi di euro. Ma tutto questo sistema è in crisi. La situazione cinese si traduce dunque in una opportunità per il settore suinicolo europeo che può contare su un comparto produttivo ben rodato e su un sistema sanitario che può garantire esportazioni sicure. Ad avvantaggiarsene dovrebbe essere in primis la Spagna, oggi primo produttore europeo di suini, ma anche i paesi del Nord Europa. Per l’Italia la situazione è positiva, ma meno di quanto potrebbe esserlo. Il nostro sistema produttivo difficilmente potrà rispondere in maniera pronta ad un aumento della domanda di suini da parte della Cina. Inoltre non dobbiamo dimenticare che sul nostro stesso territorio è in corso una epidemia di febbre suina africana. E’ dal 1978 che in Sardegna è presente il virus e nonostante gli sforzi non si riesce a debellato (le autorità affermano che l’obiettivo è vicino), anche a causa della vasta presenza di cinghiali allo stato selvatico. Al Mise il tema è alto in agenda. Nelle scorse settimane si è tenuta una fitta rete di incontri con tutti i rappresentanti di tutta la filiera suinicola, sul tavolo molti i temi da affrontare non ultimo l’aumento dei prezzi che si ripercuoterà sui consumatori italiani, visto che ora l’esportazione dei maiali è tutta tesa ad accontentare la richiesta dell’enorme mercato cinese.
(fonti La Repubblica Affari e Finanza 11 novembre 2019; agronotizie.imagelinenetwork.com; le foto sono tratte dal web)