Pompei e il tempo ritrovato di Massimo Osanna
Martedì 26 novembre grazie alla Rizzoli potrete trovare negli scaffali di tutte le librerie italiane “Pompei il tempo ritrovato. Le nuove scoperte” di Massimo Osanna. Il titolo, per chi ama la letteratura, rimanda a un unico grande autore: Marcel Proust. Perché il direttore del Parco Archeologico di Pompei, professor Massimo Osanna, per raccontare le nuove scoperte ha deciso di citare il grande scrittore francese è presto detto, a rivelarlo infatti è lui stesso durante l’intervista rilasciata al giornalista Maurizio Assalto sulla Stampa di Torino (Tutto Libri 23 novembre 2019). – Massimo Osanna: “Perché nel Tempo ritrovato torna a più riprese l’analogia tra Pompei e la Parigi del 1916, con i gas asfissianti dei tedeschi simili a quelli emessi dal Vesuvio. E’ il volume dove Proust teorizza come certe situazioni possano far riaffiorare il passato. Beh Pompei non lo fa riaffiorare nella coscienza singola ma in quella collettiva”. – Così l’archeologo lucano ci illustra la sua Pompei, facendosi guidare dai grandi autori del passato, da Proust, che è il simbolo per antonomasia della “recherche”, per poi citare Sigmund Freud e Matte Blanco, perché lo scavo archeologico per pazienza e analisi ha molte affinità con quello che esegue fra i meandri dell’Io lo psicanalista. Ma Pompei è anche un posto dove riscoprire l’idea di casa come abitazione che può essere un semplice luogo di svago, una “casa di bambole” la definì Goethe, o dimora del cuore come l’ha sempre vissuta Jean Cocteau. Il Direttore del Parco Archeologico è orgoglioso soprattutto della Pompei delle grandi scoperte di questi anni, senza falsa modestia diciamolo con franchezza prima di lui “eravamo fermi a quelle di Amedeo Maiuri”. Oggi invece possiamo ammirare i magnifici mosaici della Casa di Orione (2018) che ci raccontano tanto sul raffinatissimo dominus che li sceglie , forse, facendoli giungere dalla lontana Alessandria d’Egitto: è la prima volta che possiamo ammirare il “design” di una domus esce fuori da certi schemi. E che dire delle iscrizioni, quella della Casa del Giardino dove si fa riferimento a un prelievo d’olio che oggi permette una datazione molto più precisa sull’eruzione del Vesuvio, così come quella lunghissima nel mausoleo di Gnaeus Alleius Nigidius Maius, dove si apprendono dettagli inediti sulla rissa da stadio che scoppiò nell’anfiteatro tra pompeiani e nocerini nel 59 d.C. di cui ci racconta poca cosa solo Tacito. Un’ iscrizione, quella di Nigidius Maius, che offre un’ulteriore conferma dell’acerrima rivalità che esisteva tra le due popolazioni. Da questi brevi accenni capirete che la Pompei raccontata da Massimo Osanna è una città “viva”, il segreto del successo di quest’archeologo infatti non è legato solo a un’eccellente preparazione tecnica e culturale che gli addetti ai lavori da anni gli riconoscono ma possiamo sintetizzarlo bene in una parola: comunicazione. Massimo Osanna sa comunicare soprattutto alla gente comune tutta la meraviglia e la bellezza della scoperta archeologica, ha cominciato da bambino nella sua Venosa e non si è più fermato. “Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici. Sono i premurosi giardinieri che fanno fiorire la nostra anima.” Marcel Proust
Luigi De Rosa, libraio
– Pompei il tempo ritrovato Le nuove scoperte di Massimo Osanna (Rizzoli, pp.456 euro 20)