Realizzazioni come la stazione nuova di Matera, un modello sempre troppo lontano per la penisola sorrentina. 

13 novembre 2019 | 20:53
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Realizzazioni  come la stazione nuova di Matera, un modello sempre troppo lontano per la penisola sorrentina. 

Progettata dallo studio Stefano Boeri Architetti,costata 7 milioni di euro e realizzata in soli 8 mesi, l’opera è stata presentata ed inaugurata questa mattina. Un luogo di passaggio, ma anche di sosta e incontro,così definita da Boeri,la nuova stazione della capitale della cultura 2019, costituisce senz’altro un ulteriore esempio che  al Sud si possono realizzare cose importanti. Andando oltre tutti i luoghi comuni, gli scetticismi e le diffidenze come troppo spesso accade anche lungo un territorio importante e rinomato come la penisola sorrentina.

Matera – L’architetto Stefano Boeri presenta la nuova stazione di Matera centrale delle Fal (Ferrovie appulo lucane) che è stata inaugurata stamattina. Situata in Piazza della Visitazione, un luogo speciale che costituisce una cerniera tra la città vecchia, la città costruita nel dopoguerra e quella contemporanea che si è consolidata in tempi più recenti, la nuova stazione “Matera Centrale” marca definitivamente un nuovo importante punto di accesso alla città di Matera proprio nell’anno in cui la città è Capitale Europea della Cultura. “Per Matera abbiamo immaginato un’infrastruttura che diventasse a tutti gli effetti un luogo di passaggio, ma anche di sosta e incontro” –ha commentato Stefano Boeri – “ un luogo pubblico costituito da due vuoti: il vuoto longitudinale (a quota meno 6 metri) lungo la fascia dei binari, e il vuoto (a quota zero) della piazza, coperta e perimetrata dalla grande pensilina”.

Una grande apertura ricavata nella pavimentazione della piazza, di forma rettangolare e con una superficie di circa 440 mq, mette in relazione diretta le due parti del progetto: quella pubblica fuori terra e la parte interrata più legata al servizio ferroviario vero e proprio, portando finalmente luce naturale ed aria al tunnel sottostante che viene così completamente riqualificato e diventa uno spazio identificabile, leggibile e, quindi, vivibile. Quindi la stazione definita come nuova porta della città e trasforma lo spazio esterno in una piazza coperta fruibile sia dai viaggiatori che dai cittadini e dai turisti che disporranno di uno spazio di incontro, attesa, transito, passeggio, dando nuova vita ad un importante brano di città su cui si affacciano diversi edifici pubblici di valore architettonico e che fino a poco tempo fa era prevalentemente adibita a parcheggio.Inconfondibile la grande copertura a 12 metri di altezza sul livello della piazza è sorretta da dodici colonne in acciaio che sorgono dal “piano del ferro”, attraversano l’altezza del tunnel fino ad arrivare al livello terra, fornendo una vasta superficie coperta per viaggiatori e cittadini che permetterà di vivere la piazza anche al variare delle condizioni climatiche e a tutte le ore del giorno e della notte. L’intera copertura è rivestita da pannelli fotovoltaici che garantiscono la massima autosufficienza energetica della stazione stessa e in futuro la possibilità di alimentare l’intera piazza e il parco attrezzato in accordo con i più avanzati principi di sostenibilità ambientale che permeano la ricerca progettuale di Stefano Boeri Architetti.

Di fronte ad una tale splendida realizzazione una riflessione è dovuta.  La nuova stazione della capitale della cultura 2019, costituisce senz’altro un concreto esempio che  al Sud, quando si vuole, si possono realizzare cose importanti. Parlando di Meridione ed infrastrutture, da una tale attenzione non dovrebbe sottrarsi un territorio niente affatto secondario, come importanza ambientale,storica, culturale e turistica, come quello sorrentino. Eppure è inspiegabile che in solo otto mesi a Matera si sia potuto realizzare una così bella ed efficiente struttura, mentre noialtri (“capaci”) della penisola sorrentina siamo da oltre dieci anni appesi al dubbio se il percorso meccanizzato Correale – Marina Piccola si debba fare e come farlo. Tralasciando  quella che a tutti gli effetti potrebbe essere considerata una opera già vecchia, per una città che secondo i piani dovrebbe mirare alla pedonalizzazione del centro storico, strutture come lo stesso porto, la stazione, le varie vie di comunicazioni, meriterebbero un impegno concreto da parte di chi è chiamato a gestire un tale prezioso patrimonio. Oggi più che mai bisognerebbe concentrarsi su una  mobilità pubblica e privata efficiente ed ecologica, più aree verdi, isole pedonali e piste ciclabili dove il cittadino ed il turista possano sentirsi liberati da determinati ed ormai fossilizzati stress. Una azione che richiederebbe , al di là di determinati e consueti interessi, una forte capacità e competenza, in modo tale da  farsi promotore fornendo proposte ed indirizzi di azione  sia sui tavoli regionali che ministeriali. Invece, forse proprio per quella incapacità nel rappresentarsi con vigore e concretezza, continuiamo a rimanere inermi, di fronte a scandali (per usare un eufemismo)come la Circumvesuviana e l’Ospedale sorrentino. Bisognerebbe capire e farsi quanto meno promotori , nell’avanzare che trasporti ed assistenza sanitaria rappresentano i pilastri portanti affinché del buon turismo  possa essere proposto prima e poi realizzato. Invece continuiamo ad accontentarci di un turismo di bassa qualità, adagiandoci sulle bellezze di un territorio,tra l’altro martoriato, che continua a fare la sua parte e non si sa ancora per quanto. Al di là di un assurdo frazionamento amministrativo in pochi chilometri, la storia recente del territorio sta a dimostrare, che oltre alla incapacità nel proporsi e farsi valere a determinati livelli, manca la volontà nello spingere la penisola sorrentina verso un futuro a misura di cittadino e turista.

Nuove infrastrutture in un contesto di  sviluppo sostenibile per un territorio tra l’altro ricco, continua ad essere ostacolato dalla inquietudine di un popolo prostato al volere dei soliti personaggi, che da decenni, coltivando esclusivamente i propri interessi, continuano a manipolarne le volontà. Invece bisogna che la stessa popolazione si renda conto che liberandosi da tali schemi, qualcosa di diverso può accadere anche in penisola sorrentina,e che non bisogna assolutamente subire situazioni, tanto per fare degli esempi, come lo stato attuale della sanità e la circumvesuviana. C’è bisogno di uomini validi e competenti per i quali il benessere del territorio, nel rispetto delle regole e dell’ambiente, deve essere una priorità . A Matera nel profondo Sud, a differenza di Sorrento, stanno dimostrando che tutto ciò è possibile! –  13novembre 2019 –salvatorecaccaviello