Sorrento – Presso la Chiesa di San Paolo Mostra – laboratorio della tarsia in legno
Il Maestro Giuseppe Rocco appartiene a quella categoria di artisti che giustamente lo storico francese André Chastel definì artefici del “Rinascimento” del cubismo, quando la tarsia riconquistò il palcoscenico dell’arte contemporanea dopo secoli di oblio. Il progetto che sta portando avanti grazie anche alla disponibilità dei responsabili della chiesa di San Paolo a Sorrento è lodevole: “Allestire una mostra di lavori intarsiati, si spera permanente, allo scopo di far conoscere ai tanti turisti della città del Tasso aspetti e processi di quest’arte che ha visto la sua maggior diffusione nella penisola sorrentina a partire dai primi decenni del XIX secolo e che ancor oggi vanta artisti, artigiani mi sembra riduttivo, apprezzati in tutto il mondo”. Il Maestro Rocco espone ai lati della navata alcune delle sue creazioni che hanno come temi il paesaggio, quello delle due costiere in particolare, la natura morta, l’architettura sorrentina ed episodi dei Vangeli. Attiguo allo spazio espositivo è stato creato un vero e proprio laboratorio, dove il maestro insieme ai suoi collaboratori illustra ai turisti la creazione delle opere, descrivendo ai visitatori con dovizia di particolari il tipo di legno adoperato, il taglio, le tecniche di assemblaggio, tutto quello che lui stesso ha appreso frequentando l’Istituto D’Arte F. Grandi e sopratutto le botteghe artigiane. “C’era una volta… ‐ Un re! ‐ diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze”, Carlo Collodi nel 1881 con un semplice ciocco di legno ha creato un capolavoro della letteratura che definire per l’infanzia è riduttivo, Pinocchio è l’Umanità, così i maestri artigiani sorrentini come Giuseppe Rocco con piccolissime insignificanti lamine di legno crea capolavori che esaltano l’ingegno umano e anche le meraviglie naturali perché gli ulivi, i noci, i lecci, le querce etc nei suoi quadri in un certo senso riprendono vita.
Luigi De Rosa