Sorrento – Vallone dei Mulini, Claudio d’Esposito (Wwf) intervistato dal famoso forum “Salviamo il Paesaggio”.

17 novembre 2019 | 10:33
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Sorrento – Vallone dei Mulini, Claudio d’Esposito (Wwf) intervistato dal famoso forum “Salviamo il Paesaggio”.

La vicenda del Vallone dei Mulini e di tutti gli interrogativi relativi alla ristrutturazione della vecchia struttura, in un sito di notevole importanza dal punto di vista paesaggistico, storico e naturalistico, nonché in zona a Rischio Idraulico molto elevato e Rischio Frana molto elevato,al di la delle responsabilità del Comune di Sorrento, ormai vede coinvolti sia la Soprintendenza di Napoli e Provincia, l’Autorità di Bacino ed il Genio Civile di Napoli nonché un interessamento da parte della Procura della Repubblica, e di vari Enti Istituzionali, tra cui i Ministeri dell’ Ambiente e dei Beni e delle Attività Culturali. Grazie alla cittadinanza sorrentina che da sempre si è opposta che un tale bene gli sia stato sottratto grazie ad evidenti macchinazioni che videro tra coinvolti esponenti della giunta municipale, ma soprattutto ad associazioni ambientaliste come il Wwf ed i Vas (Verdi Ambiente e Società) che con la loro costante azione, nella totale inerzia delle Autorità locali, tale vicenda è potuta essere presa in considerazione dall’Autorità Giudiziaria e dai vari enti istituzionali interpellati. Grazie anche al martellamento continuo della stampa locale ed on line, in particolar modo Positanonews, che la vicenda ha avuto un eco a livello nazionale , suscitando , visto l’assurdità della situazione, notevole interesse soprattutto da parte di organi di informazione specializzati. A tale proposito pubblichiamo la esauriente intervista rilasciata da Claudio d’Esposito, Presidente del Wwf Terre del Tirreno a”Salviamo il Paesaggio – difendiamo i territori” Forum italiano dei movimenti per la terra ed il paesaggio. (s.c.)

– Vallone dei Mulini: lavori pericolosi e contestati nell’importante area storica e naturale di Sorrento.

by REDAZIONE4 on Nov 13, 2019 • 08:481 commento

Dopo l’acquisto dell’antico mulino da parte di una società privata sono stati avviati i lavori di “riedificazione” nel Vallone dei Mulini di Sorrento. Gli interventi sono contestati per la pericolosità e il preoccupante impatto su un’area che il Presidente del circolo WWF Terre del TirrenoClaudio D’Esposito, intervistato sulla vicenda, ci descrive così:

Il Vallone dei Mulini fa parte di un sistema di cinque valloni che anticamente attraversava la penisola sorrentina e indicava i confini tra un paese e l’altro. Situato alle spalle di Piazza Tasso a Sorrento, domina da secoli il centro della città. L’area costituisce da oltre un secolo e mezzo la “cartolina” d’ingresso nella città del Tasso ed ha un’enorme importanza dal punto di vista paesaggistico, storico e naturalistico, per la presenza di essenze botaniche rare favorite dall’ombreggiamento e dall’umidità del sito.
Grazie ad un microclima umido costante crescono specie arboree particolari che hanno ricoperto il mulino: tra la vegetazione spicca la Phyllitis scolopendrium, uno splendido e raro esemplare appartenente alla famiglia delle felci.

L’area è attraversata da due importanti corsi d’acqua che confluiscono in un unico percorso verso il mare, proprio in prossimità della vecchia struttura del Mulino. Appartenente al Demanio Idrico e, pertanto, l’amministrazione dell’area spetta al Genio Civile Dipartimento Napoli e Provincia.

L’unicità di questo luogo è universalmente riconosciuta.

Il Vallone dei Mulini proprio per le sue peculiarità di luogo selvaggio e rinaturalizzato ha meritato un posto in top-ten nella sezione “Nature” uno dei profili più seguiti su Instagram, il social network interamente dedicato alla fotografia, grazie ad una immagine scattata da Dale Tennyson che ha collezionato in sole poche ore, nel dicembre 2014, più di trecentomila “like”, soprattutto da utenti stranieri. Il canyon dei Mulini subisce spesso frane naturali ed è famoso in tutto il mondo, come fosse uno squarcio temporale da cui si può vedere il passato, non a caso Buzzfeed l’ha inserito nella lista dei 30 luoghi più affascinanti del pianeta Terra;

Quando è iniziata la vicenda?

La vicenda si trascina da quando il complesso immobiliare fu messo in vendita senza che l’Amministrazione comunale si muovesse per acquistare questo patrimonio della collettività. Acquistato per una cifra relativamente irrisoria, circa 300.000 euro. Il Comune poteva far valere il diritto di prelazione ma non lo fece e questo destò un grave malumore tra la cittadinanza, che si vedeva all’improvviso sottratto un pezzo importante della storia della propria città. Nel giugno del 2019 come WWF Terre del Tirreno abbiamo denunciato operazioni di taglio della vegetazione in atto sulle sponde dell’alveo del Vallone dei Mulini nei pressi del rudere dell’antico mulino.

Cosa sta succedendo?

A giugno è iniziata la messa in sicurezza e la rimozione detriti da crollo del fabbricato, descritto nella relazione tecnica come lesionato e a rischio crollo. Le operazioni di “eliminazione delle erbe” dal rudere hanno tuttavia interessato anche arbusti ed alberi cresciuti spontaneamente. In più il taglio degli alberi, degli arbusti e della vegetazione spontanea è stato messo in essere nel periodo più delicato per la nidificazione e la tutela degli uccelli, dei chirotteri e dei rari anfibi che nel delicato ecosistema del canyon trovano rifugio. Ricordiamo che la legge 157/92 sulla protezione della fauna selvatica omeoterma, prevede pesanti sanzioni per la distruzione di uova e nidi e fa divieto di disturbare e/o danneggiare l’avifauna deliberatamente in particolare durante il periodo di riproduzione e di dipendenza.

Le operazioni in corso, riguardando un bene monumentale vincolato ai sensi del D.Lgs. n.42/2004 e s.m.i. – aggiunge – nell’autorizzazione rilasciata dalla Soprintendenza era prescritto esplicitamente l’obbligo che l’esecuzione delle opere fosse affidata a ditte specializzate nel settore del restauro monumentale con idonea corrispondente certificazione ed adeguato curriculum. Su tale prescrizione il WWF ha inoltrato alla polizia municipale una richiesta di accertamento. Una mancanza riconosciuta e sanata solo successivamente che però non ha fermato le opere!

Inoltre: I lavori interessano un’area classificata dal Piano di Stralcio dell’Autorità di Bacino ex Campania Centrale a Rischio Idraulico molto elevato e Rischio Frana molto elevato. Era necessario il parere dell’Autorità di Bacino circa la futura destinazione d’uso della struttura. Non è stata messa in essere alcuna opera di protezione per permettere agli operai l’accesso nell’alveo e l’esecuzione delle opere in un sito già colpito, in passato e di recente, da gravi eventi franosi. Per tale circostanza il WWF ha scritto alla Regione Campania Genio Civile e Difesa Suolo, all’Agenzia del Demanio, e al Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale.

Che tipo di lavori stanno facendo?

I lavori al momento hanno comportato un drastico taglio della vegetazione nei pressi del rudere, la realizzazione di un tracciato sterrato carrabile per far transitare i mezzi e si sta procedendo alla ricostruzione e ammodernamento del rudere per un utilizzo futuro non meglio chiarito nelle carte progettuali.

Cosa contestate?

Le opere definite di “restauro e risanamento conservativo del fabbricato ex Mulino sito nel Vallone dei Mulini”, a ben vedere, sono di fatto opere di “riedificazione” e “ricostruzione” di parti crollate attualmente inesistenti o mai esistite (solai in legno e calcestruzzo armato, coperture piane, infissi in vetro, scale di collegamento, terrazze con ringhiere, pavimenti, servizi igienici e quant’altro!) opere per le quali si richiede la redazione di precisi piani particolareggiati e di recupero.

La sintetica relazione paesaggistica di tre pagine, ed i brevi analoghi cenni storici della relazione tecnica, non appaiono assolutamente sufficienti a definire l’esatta evoluzione e la consistenza dell’edificio crollato e diruto.
Il complesso edilizio sembrerebbe anche non legittimato urbanisticamente con l’avvenuto rilascio della Concessione Edilizia in Sanatoria per l’esecuzione in passato di alcuni ampliamenti volumetrici. Pertanto l’intervento proposto ed avvallato dalla Soprintendenza appare in palese contrasto con la L.R. n. 35/87
.

Quali ostacoli avete incontrato nel seguire la vicenda?

Abbiamo rilevato, come in altre occasioni, difficoltà ad accedere agli atti. La visione dei progetti e dei documenti è necessaria e propedeutica ad ogni azione che si vuole intraprendere. Se non si conoscono i fatti è difficile valutare ed esprimersi a riguardo. Anche stavolta c’è stato un palese ostruzionismo al diritto esercitato dalle associazioni ambientaliste all’accesso agli atti.

Quali iniziative avete messo in campo?

Dopo i primi esposti del WWF (in data 3 e 11 giugno 2019) è stata prodotta una corposa denuncia a firma congiunta WWF e Verdi Ambiente e Società (VAS) inviata all’attenzione delle massime autorità.
Per sensibilizzare i cittadini ed accendere ulteriormente i riflettori si è organizzato, il 9 luglio 2019, un flash-mob in Piazza Tasso a Sorrento, affacciati sul Vallone, con gli striscioni “Salviamo il Vallone dei Mulini”, oltre ad un incontro pubblico con associazioni e politici locali.

Infine è stato consegnato, dal Presidente del WWF Terre del Tirreno e dal Responsabile dei VAS di Sorrento, un dettagliato dossier direttamente nelle mani del Ministro Sergio Costa.

Quali sono le prossime mosse?

Abbiamo intenzione di recarci a conferire dal Pubblico Ministero presso la Procura di Torre Annunziata, che ha in mano il fascicolo delle indagini, per sollecitare l’immediato blocco dei lavori. Ribadiremo la nostra richiesta di un urgente accertamento dei fatti verificando se ci siano stati comportamenti difformi dalla legge, anche di carattere omissivo da parte della pubblica amministrazione. E’ nostra intenzione perseverare e, laddove venissero accertati i reati da noi segnalati, costituirci parte civile nell’eventuale procedimento penale.

Cosa vi aspettate?

I lavori in atto nel Vallone dei Mulini proseguono da oltre 5 mesi senza sosta nonostante diverse segnalazioni e vari solleciti anche dalla Magistratura inquirente. Si spera che, a seguito di una recente interrogazione parlamentare, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali valuti seriamente l’ipotesi, prevista dalla legge, di procedere all’acquisizione del bene a patrimonio pubblico per salvaguardarlo da futuri scempi e speculazioni. – 17 novembre 2019.