Vissani perde una stella Michelin e spegne il cielo

10 novembre 2019 | 09:32
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Vissani perde una stella Michelin e spegne il cielo

Non gioco più, me ne vado, non gioco più davvero…», cantava Mina. Non gioco più, canta amareggiato Gianfranco Vissani. Quando ha saputo di aver perso una delle due stelle che la Michelin Italia aveva assegnato al suo ristorante, il pioniere dei cuochi in tv ha sbroccato: «La Michelin è una vergogna italiana, un discorso solo commerciale… Bisognerebbe chiedersi chi è in grado di giudicare un ristorante oggi. Io dico solo che il mio è pieno e funziona, mi basta questo… È una guida di compromessi».

Può darsi che la Michelin sia una guida di compromessi, che alcuni sponsor abbiano un loro peso, che in passato siano stati premiati ristoranti chiusi, ma queste cose bisognerebbe denunciarle prima, non dopo. Altrimenti l’accusa sa solo di risentimento. Vissani assomiglia a quegli autori che bramano il successo di pubblico e di critica. Le vendite non bastano e alla prima recensione negativa vomitano fiele. Viva quei ristoranti che non hanno bisogno di guide, anche perché l’incoronazione spesso diventa un incubo gravoso. Fra gli undici chef premiati con le tre stelle, non uno passa tempo in tv o fa pubblicità a qualche prodotto: un criterio, forse, che ha avuto il suo peso.

«È un cattivo cuoco quello che non sa leccarsi le dita», dice un servo in Giulietta e Romeo. È un cattivo cuoco quello che non sa leccarsi le ferite.

DI ALDO GRASSO IL CORRIERE DELLA SERA