Attenti a quei due, chef Luigi Conte e Francesco Lastra insieme per nuovi progetti
CARINARO. Pompei e Carinaro. Due città campane così diverse, eppure mai così vicine. Non esistono differenze quando si parla di pasticceria, bensì solo una grande voglia di confronto ed il desiderio indomabile di dar vita alla novità assoluta. Su queste forti spinte è nata la collaborazione tra gli chef Luigi Conte e Francesco Lastra, conosciutisi in occasione della presentazione dei 60 professionisti membri dell’Equipe eccellenze italiane pasticceria, gelateria e cioccolateria, organizzata dalla Fipgc a Monopoli nell’ottobre del 2018, e rincontratisi a Massa Carrara per il premio “Miglior Dolce d’Italia”, in cui Lastra ha ottenuto l’oro e Conte il bronzo.
“Il nostro modo di intendere la pasticceria è molto simile – afferma Francesco Lastra -. E’ nata, sin da subito ed inevitabilmente, un’amicizia unica nel suo genere, che fonda le sue radici nell’umiltà. Essendo due campani, abbiamo unito le nostre forze sulla tradizione e le nostre idee sull’innovazione”. Per Conte il rapporto che li lega, è “un rapporto di forte stima reciproca. E’ sempre piacere vederci, confrontarci. Ritengo Francesco una persona di grande esperienza, da cui, indubbiamente, si possono apprendere tante peculiarità pasticciere tipiche della Napoli vesuviana e non solo. Apprezzo di lui la grande capacità di ascolto, la sua precisione nei piccoli dettagli che porta a sfornare prodotti di altissima qualità”.
Una coppia che scoppia e che, a detta di Lastra, “lascia il segno”. Lo chef vesuviano pone l’accento su quanto sia importante fare gioco di squadra: “Da soli non si fa mai nulla. Più ne siamo e meglio è. L’unione fa la forza, soprattutto tra due professionisti”. Un punto di vista condiviso anche da Conte, il quale ha constatato che “nonostante operiamo nella stessa regione, la concezione della pasticceria è totalmente diversa. Siamo convinti che fondendo le nostre conoscenze di settore, riusciremo a dar vita ad innovazioni culinarie da leccarsi i baffi. Collaborare apre la mente a nuovi orizzonti e permette di migliorare sotto aspetti mai valutati prima. Solo creando ponti indissolubili, è possibile da vita a specialità destinate a restare nella storia”.