Lettere da Piano di Sorrento – Le mareggiate
LETTERE DA PIANO DI SORRENTO
LE MAREGGIATE
Nei giorni che hanno preceduto il Natale violenti mareggiate si sono abbattute sulle nostre coste in penisola sorrentina con danni agli arenili di Meta, dell’Alimuri e della Marina di Cassano, a Puolo fra Sorrento e Massa Lubrense, e alla Marinella a Sant’Agnello, per quanto mi risulta. Mi sono portato per un sopralluogo alle spiagge di Meta e dell’Alimuri ed uno spettacolo a dir poco apocalittico per i manufatti insistenti sulle spiagge si è presentato ai miei occhi, con un ritorno parziale all’habitat naturale. Il mare si è ripreso in parte il suo ed è stato veramente triste, sotto il profilo umano, constatare quanto è rimasto dell’opera dell’uomo; gli stabilimenti balneari insistenti sull’arenile (demanio marittimo) sono rimasti visibilmente danneggiati; residuali di tavole di legno, di pali, di infissi facenti parte di staccionate e recinti, pezzi di ferro, travetti metallici, bulloni e via discorrendo erano schierati sulla sabbia in ricordo dei preesistenti manufatti di legno, delle impalcature e via discorrendo. Mi hanno raccontato che onde di vari metri di altezza per circa quattordici ore hanno flagellato la costa; il mare è entrato nei “monazeri” dove si ricoverano barche, reti ed altri attrezzi marinari, ha financo divelto, piegato le inferriate di protezione invadendo gli ambienti sottostanti. Gli impianti, da quello elettrico e derivati, dello stabilimento “Golden Beach” sono stati messi fuori uso; sono visibili piccole lesioni alle pareti murarie dell’albergo “Alimuri” mentre sul litorale di Meta la costruzione che insisteva sul molo è andata completamente distrutta; lo chalet di “Nino relax” è rimasto in parte colpito. La Protezione Civile, con la collaborazione di alcuni degli interessati, lavorando in quel mare di sabbia gonfia di acqua ha tolto i residuali detriti ripulendo alla meglio la zona. La colonia di gatti, ormai dimorante abituale delle sottostanti cabine balneari, è scomparsa; pochi animali, con lo spavento negli occhi, si aggirano su quel campo di battaglia dove la tempesta del mare, ancora una volta, ha convalidato la supremazia della Natura sull’uomo. Indubbiamente può dispiacere questo evento che ha causato danni, fortunatamente soltanto alle cose e non alle persone, ma lo stesso impone una severa riflessione sul nostro operato imprudente, arrogante e per niente rispettoso dell’ambiente. È un altro monito per noi, monito per il rispetto della Natura e certamente resterà lettera morta, perché si continuerà a costruire in barba ai vincoli e violando norme di sicurezza.
Appare del tutto inutile, però, affiggere cartelli, che ora pendono come impiccati sulle rovine, con la scritta “zona in concessione vietato l’ingresso” perché il mare non sa leggere.
avv. Augusto Maresca
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