Lo chef di Vico Equense Antonino Canavacciuolo in un’intervista all’Huffington Post parla dei suoi Natali più belli, quelli a Napoli
Il famoso chef di Vico Equense, Antonino Cannavacciuolo, in una intervista rilasciata all’Huffington Post, parla del suo Natale e dei ricordi più belli legati a quando da ragazzo viveva questa festività a Napoli. Lo chef racconta di come sia diverso il Natale al Sud da quello del Nord. Cannavacciuolo ha sposato una donna piemontese, Cinzia, e proprio a lei ama parlare di come il Natale al Nord è come una domenica normale a Napoli. E poi racconta come per lui il Natale rappresenti la parte “brutta” del suo lavoro perché è una giornata nella quale si lavora più degli altri giorni perché tutti possano festeggiare al massimo. Per questo motivo la sera della vigilia Cannavacciuolo ama trascorrerla con la sua famiglia, la moglie ed i figli, il suocero, il cognato mentre il 25 lo passa tra i fornelli del suo ristorante Villa Crespi, a Orta San Giulio. Lo chef ricorda come quando viveva a Vico Equense amava rispettare i piatti del Natale tradizionale, mentre da quando vive al Nord il suoo Natale è un po’ diverso. Ma continua comunque a mettere in tavola i ricordi di Napoli e della cucina napoletana, preparando ad esempio un buon ragù napoletano, pur non essendo proprio un piatto della tradizione natalizia. Oppure la parmigiana di melanzane e non importa se sono previsti ingredienti fuori stagione, piatti fuori menù. A Natale, insomma, Cannavacciuolo dichiara di voler sentire tutto il sapore dei piatti napoletani tra i quali non può assolutamente mancare la pizza di scarola. Poi sorridendo sottolinea come il Natale in Piemonte è come una qualunque domenica a Napoli. Ed anche la moglie Cinzia, piemontese doc, se ne è resa conto quando un anno hanno chiuso il ristorante e sono andati a trascorrere il Natale a Napoli, lì ha avuto modo di vedere con i suoi occhi come il Natale napoletano significhi abbondanza e condivisione. A Napoli c’è un’energia magica: ci si dimentica dei problemi, tutto deve andare bene, tutti devono stare bene. È un momento per rivivere i ricordi, anche di chi non c’è più o per darsi nuovi obiettivi. Fare progetti per il nuovo anno in arrivo. È condivisione, non solo di cibo. Dei Natali vissuti da ragazzo a Napoli lo chef conserva il ricordo della parte più bella, di quando non vedeva i problemi, ma solo i regali, il cibo, il parente che arrivava da lontano. Da vero napoletano il Natale per lui è un ricordo bellissimo ed emozionante, una sfilata, una passerella. Ognuno fa qualcosa: c’è lo zio che si inventa che lui è il re del baccalà, la zia che fa la pasta fresca. C’è la tombola con gli zii, i cugini e gli altri parenti. Crescendo ha aggiunto un po’ di malinconia, perché cominciano a mancare dei posti a tavola. Ricorda come fosse fortunato da piccolo essendo il primo nipote in una tavolata incredibile a casa della nonna, con i dieci zii materni ed i sei paterni. Ricorda come il tour de force a tavola durasse almeno 48 ore, cominciando con la cena della Vigilia e gli spaghetti alle vongole che lui adorava insieme all’insalata di polpo, per poi riprendere a mangiare dopo la messa di mezzanotte. E poi si continuava il giorno di Natale. Quest’anno Cannavacciuolo non è riuscito a tornare a Napoli per il Natale ma lo farà subito dopo le festività, quando andrà a Napoli insieme al figlio più piccolo Andrea.