Manovra, arriva la tassa sullo zucchero: nel mirino le bibite ma non le merendine. Come funziona nel resto d’Europa

5 dicembre 2019 | 20:12
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Manovra, arriva la tassa sullo zucchero: nel mirino le bibite ma non le merendine. Come funziona nel resto d’Europa

Nel testo della prossima Manovra c’è anche la sugar tax, la tassa sullo zucchero, ma per le sole bibite gasate. Il testo è ormai ai «dettagli, il decreto fiscale – ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – è praticamnte pronto». Ma come è nata la tassa sullo zucchero? E come funziona negli altri Paesi europei?

L’idea era stata lanciata dal ministro dell’Istruzione a settembre. Nella sua intervista al Corriere della Sera Lorenzo Fioramonti aveva avanzato l’ipotesi di applicare una tassa sulle merendine. Una proposta che era stata subito denigrata dal leader della Lega Matteo Salvini, apparso sui social con merendine in mano, che aveva criticato e deriso la proposta di Fioramonti, tanto che in uno dei suoi comizi, aveva preso a lanciare merendine al pubblico accorso a seguire il suo intervento. «Demenziale», così l’ex vicepremier aveva bollato la proposta.

Fioramonti, a pochi giorni dall’approvazione finale della legge di Bilancio, ha rilanciato l’importanza della misura che, rivista per l’inserimento in manovra, non andrà a toccare le merendine ma solo le bevande gassate: «Bisogna trovare delle risorse per rilanciare la scuola ma anche la salute, la formazione e la ricerca. Non possiamo permetterci di chiudere questo anno senza un segno di discontinuità che sia decisivo rispetto al passato. Non spetta a me decidere cosa bisogna fare da un punto di vista fiscale – ha concluso il ministro – ma continuo a insistere sul fatto che abbiamo bisogno di discontinuità».

Il monito dell’Unicef sull’obesità

L’intervento dunque, come spiegato dal ministro dell’Economia Gualtieri, intende non solo disincentivare l’assunzione di bevande dannose per la salute, soprattutto dei minori, ma anche far risparmiare allo Stato le spese derivanti dai costi sanitari relativi a patologie come il diabete e l’obesità.

E il monito sui rischi per i più giovani arriva direttamente dall’Unicef: «In Italia oltre il 35% dei bambini e adolescenti (dai 5 ai 19 anni) sono in sovrappeso o obesi, il dato peggiore in Europa», ha detto il presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo.

Ma tra i più scettici c’è chi mette in dubbio l’effettiva utilità di un aumento dei prezzi per disincentivare la vendita di bevande gassate. Nel resto d’Europa la sugar tax esiste in molti Paesi da tempo, mentre in altri è stata approvata di recente con effetti diversi.

Regno Unito

Introdotta ad aprile 2018 all’interno della strategia del governo per ridurre l’obesità infantile, la sugar tax inglese va a colpire le bevande alcoliche o poco alcoliche. Esenti invece i succhi di frutta e le bevande che contengono latte.

La tassa è di 18 pence/litro (0,20 €) per bibite con un contenuto variabile da 5 a 8 grammi di zuccheri per 100 ml mentre, se il contenuto supera gli 8 grammi per 100 ml l’importo, sale a 24 pence/l (0,27 €).

La sugar tax del Regno Unito non intende agire direttamente sul consumo delle bevande, ma invogliare i produttori a ridurre il contenuto di zucchero. Una mossa che sembra però aver avuto i primi effetti, spingendo molte aziende a tagliare i livelli di zucchero dei loro prodotti.

Belgio

L’approccio alla prevenzione dello zucchero in Belgio ha promesso molto ma ha prodotto poco.

La stragrande maggioranza delle bevande analcoliche è stata colpita a partire dal 2016, comprese quelle con una quantità minima di zucchero aggiunto. I critici si affrettarono a mettere in dubbio la necessità della tassazione.

Anche le bevande più sane sono state penalizzate dalla minima inclusione di zucchero, il che significa che l’incentivo a evitare i prodotti dolcificati è stato effettivamente perso.

Di conseguenza, i volumi della maggior parte delle categorie di bevande non sono stati interessati dall’imposta.

Francia

La sugar tax in vigore dal 2012 prevede che le bevande con zucchero aggiunto siano tassate a 7,5 euro all’ettolitro. Dal 2018 è stata aggiunta una tassazione progressiva in base alla percentuale di zucchero e si va da 0.045 euro al litro per bevande con il 4% di zuccheri a o,235 euro al litro per bevande con il 15% di zuccheri.

L’obiettivo primario dell’imposta era di spingere i consumatori verso alternative più sane e l’impatto di ciò si è sentito immediatamente. Il consumo delle bevande gassate è sceso per la prima volta in otto anni e da allora la categoria è in declino.

Coca Cola ha deciso di non modificare i suoi livelli di zuccherlo. Tuttavia, secondo i report francesi, l’azienda ha progressivamente ridotto la grandezza dei formati delle bottiglie nei supermercati passando da quelle da 2 litri a quelle da 1.75 e da 1.5 a quelle da 1.25, aumentando però il prezzo.

Sprite, secondo Olivier Veran, il medico dietro alla legge francese, ha tagliato il contenuto di zucchero dallo 6.6g per 100 ml a 2. Una riduzione di più del 70%. Sulla stessa scia anche Schweppes ha ridotto lo zucchero del 40%.

Spagna

Nel 2016 il Paese aveva annunciato una tassa sulle bevande zuccherate, ma da allora è stata abbandonata dal governo che ha invece deciso di rimpiazzarla con un programma che prenda in causa le aziende: ovvero una riduzione della quantità di sale e zucchero in 3500 prodotti del 10% entro il 2020.

Messico

La sugar tax messicana, introdotta nel 2014, ha portato, secondo dati raccolti nel 2017, a una caduta del 5.5% negli acquisti di bevande zuccherate nel primo anno dopo la tassazione e di un’ulteriore discesa del 9.7% nel secondo anno.

Negli ultimi anni, le aree più sane del mercato hanno ottenuto risultati meravigliosi, in particolare l’acqua confezionata, per la quale il consumo è aumentato di oltre un miliardo di litri dall’attuazione dell’imposta. https://www.open.online/2019/10/24/manovra-arriva-la-tassa-sullo-zucchero-nel-mirino-le-bibite-ma-non-le-merendine-come-funziona-nel-resto-deuropa/

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