Napoli: addio a Gennaro Di Paola, eroe delle “Quattro Giornate”. La storica rivolta dopo l’omicidio del ravellese Andrea Mansi
Si è spento Gennaro Di Paola, partigiano napoletano che partecipò attivamente alle Quattro Giornate di Napoli. Si trattava di una figura storica, che era conosciuta in tutto il Paese per il suo impegno contro il nazifascismo. Ha continuato anche dopo i 90 anni suonati (è morto a 98 anni) ad essere molto attivo, sia con interviste che con la presenza fisica durante proteste e manifestazioni.
Persona molto carismatica, aveva parlato lo scorso 25 aprile al presidente della Camera Roberto Fico: “Caro Presidente Fico, noi non chiediamo nulla, è il nostro stile. Ma la invitiamo a difendere sempre il valore della Resistenza, e a parlarne di più nelle scuole, a divulgarne lo spirito, e la ringraziamo per quello che potrà fare: questi valori non possono essere minacciati”.
Lo stesso presidente della Camera ha poi commentato così la notizia della sua morte: “Gennaro Di Paola ha lottato per costruire la nostra Repubblica. Partigiano, è stato uno dei protagonisti delle Quattro giornate di Napoli contribuendo a liberare la città dall’occupazione nazifascista. Ricordo benissimo le sue parole lo scorso 25 aprile, parole che porterò sempre con me: “Caro Presidente Fico, noi non chiediamo nulla, è il nostro stile. Ma la invitiamo a difendere sempre il valore della Resistenza, e a parlarne di più nelle scuole, a divulgarne lo spirito, e la ringraziamo per quello che potrà fare: questi valori non possono essere minacciati”.
Ed io lo farò, mi impegnerò a difendere il valore della memoria della Resistenza e dei principi che reggono la nostra democrazia, conquiste che dobbiamo a persone come Gennaro Di Paola a cui va il pensiero di tutta la nostra comunità”.
Le quattro giornate di Napoli, ricordiamo, furono un episodio storico di insurrezione popolare avvenuto nel corso della seconda guerra mondiale, tra il 27 ed il 30 settembre 1943. Nel corso dell’insurrezione i civili, con l’apporto di militari fedeli al Regno del Sud, riuscirono a liberare la città di Napoli dall’occupazione delle forze della Wehrmacht, coadiuvate da gruppi di fascisti locali.
Napoli fu la prima città europea a ribellarsi alle forze tedesche e vincere. L’avvenimento, che valse alla città il conferimento della medaglia d’oro al valor militare, consentì alle forze Alleate di trovare al loro arrivo, il 1º ottobre 1943, una città già libera dall’occupazione tedesca, grazie al coraggio e all’eroismo dei suoi abitanti ormai esasperati e allo stremo per i lunghi anni di guerra.
Non tutti, però, ricordano che quelle famose quattro giornate sono strettamente legate alla figura di un ravellese. Stiamo parlando di Andrea Mansi, marinaio 24enne nato a Ravello (nella frazione di Lacco di Ravello, per la precisione)nel 1919, il quale fu brutalmente fucilato proprio sulle scale della sede centrale dell’Università.
Un’esecuzione vergognosa alla quale dovettero assistere migliaia di persone, tra cui il giornalista Antonio Ghirelli: i tedeschi, infatti, condussero a forza migliaia di cittadini ad assistere all’esecuzione del giovane. Ma quelle sue ultime parole (“Oj ma’, nun aggio fatto niente”) riecheggiarono nel cuore della popolazione e diventarono molto probabilmente la goccia che fa traboccare il vaso. Da lì, il popolo napoletano si ribellò e sconfisse l’invasore, cacciandolo dopo quattro giornate lunghe e intense.