Napoli, Mini -rivoluzione a gennaio saranno almeno tre i cambi

11 dicembre 2019 | 07:36
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Napoli, Mini -rivoluzione a gennaio saranno almeno tre i cambi
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Napoli, Mini -rivoluzione a gennaio saranno almeno tre i cambi

Per gennaio servitra’uUn terzino sinistro, un attaccante e un jolly che faccia anche il regista Mertens-Callejon addio: c’è la Cina
Quando verrà il momento, presto a tardi chi può dirlo, si chiuderà un cerchio ma anche un ciclo e si lascerà che alle spalle resti il ricordo, piacevole, d’aver condiviso un tempo. Ma nulla è per sempre e del Napoli resterà qualcosa, tanto o poco si vedrà, e nascerà una nuova epoca, perché questo è il calcio. Quando arriverà gennaio sarà necessario intervenire, senza lasciarsi travolgere dall’ansia, ma ragionando lucidamente per trovare sul mercato subito, come nel 2014, quando Benitez & Bigon posero le basi per completare quel «progetto», ciò che poi servirà anche in prospettiva: un esterno basso di sinistra, un centrocampista che sappia fungere da regista e semmai, fosse possibile, anche una punta che poi raccolga l’eredità pesante. Il resto succederà a giugno, e non si resterà stupiti d’una rivoluzione che ormai è annunciata, da ma da un bel po’.

SUBITO. C’è uno staff che è al lavoro e che deve fornire risposte per innesti immediati, per fronteggiare quella emergenza ch’è emersa nelle pieghe d’un quadrimestre con varie luci e moltissime ombre: a sinistra ormai c’è un solo «fluidificante», ed è Mario Rui, che ha bisogno di un interprete a vocazione naturale, avendo ormai Ghoulam lasciato vacante il ruolo. Poi andrà cercato un centrocampista di ampie vedute, versatile, interdittore e semmai anche ideatore, un uomo al quale consegnare le chiavi del Napoli.

ADDIO. La Cina chiama e, dovesse farlo seriamente e anche tempestivamente, il Napoli risponderà e libererà Callejon e Mertens, ma non a parametro zero: questa è un’ipotesi percorribile soltanto in estate, a contratto scaduto, ma adesso, come per Hamsik nella passata stagione, bisognerà presentarsi con un’offerta. Ma Callejon e Mertens saluteranno, lo faranno portando con sé i ricordi meravigliosi dei loro sette anni, un idillio che non si sgretolerà dinnanzi a questo finale inaspettato e malinconico. E poi toccherà agli altri…

RIFONDAZIONE. Koulibaly varrà sempre e mai meno dei 108 milioni di sterline che a luglio il Manchester United aveva messo sul tavolo: si ripartirà da quella cifra, senza che ci sia la possibilità di sconti eccessivi, sapendo anzi che anche il City – nonostante lo sgarbo subito per Jorgino – è intenzionato a sondare il terreno, per cogliere le reazioni di De Laurentiis. E Allan, che invece a gennaio 2019 valeva 80 milioni, verrà considerato secondo le indicazioni del mercato e resterà comunque sedotto dall’idea del Psg, che sta lì, osserva.
Ma s’ammaineranno anche la bandiere, se nasceranno le condizioni irrealizzate dell’ultima estate, quella nella quale Insigne ha avuto consapevolezza delle difficoltà di trovare una collocazione ritenuta idonea alle proprie aspirazioni e sufficientemente ricca da poter assecondare il suo ingaggio da cinque milioni netti: il futuro è un’incognita però lo «scugnizzo», in quanto tale, sa ch’esista la possibilità di doversi congedare, senza che poi nessuno, né lui e né il Napoli, si strappino seriamente i capelli. Il contratto di Hysaj va in scadenza nel giugno del 2021, per evitare di perderlo conviene concentrarsi subito, nel prossimo semestre.

FABIAN D’ORO. Ma poi bisognerà anche valutare chi e come si scatenerà intorno a Fabian Ruiz, l’enfant-prodige che negli ultimi mesi si è lasciato andare ed ha vissuto la sua crisi personale: i trenta milioni pagati un anno e mezzo sono già cresciuti e sufficientemente moltiplicati e il Napoli non si sottrarrà alle sollecitazioni, né a quelle del Real Madrid e del Barcellona, neanche a quelle del Manchester City che sta nell’ombra e aspetta. E’ stato bello…

fonte:corrieredeòllosport