Napoli, i calciatori smettano di fare i dittatori
Il maestro Carlo Ancelotti era stanco, e aveva trasmesso la stanchezza anche alla squadra .
La Napoli del calcio è oggi una Napoli di orfani. Per molti versi surreale. Perché composta da due diverse metà. La prima è fatta dagli orfani di Ancelotti. Quelli che (come chi scrive) avevano creduto possibile l’attuazione di un grande progetto. Il calcio posizionale. Il calcio della responsabilizzazione dei singoli. Con il Napoli destinato ad assumere le fattezze dei grandi club europei.
I seguaci di Ancelotti erano anche disposti a mangiar granone per qualche anno fiduciosi nel sole dell’avvenire. Questa metà piange. Cosa normale per degli orfani. Poi c’è l’altra metà che ride. E questo è l’aspetto surreale. Come possono ridere degli orfani? Si tratta degli orfani inconsolabili di Sarri. Che pensano di aver assistito alla resurrezione. L’arrivo di Gattuso li ha rigenerati. Finalmente l’uomo forte. Che allena. E se occorre mena. E poi… 4-3-3 über alles. Insomma un ritorno al passato.
Adesso mettiamo da parte pianto e riso . Che si guardi avanti. Senza divisioni. La situazione non è per nulla rosea.
I calciatori tornino a fare soltanto i calciatori. Rinunciando a porsi come i dittatori del calcio. Che hanno solo diritti e nessun dovere. Sempre a discutere di rinnovi o di aumenti. Come conditio sine qua non per un rendimento ottimale.
Nonostante tutto io sono ottimista. E mi induce a ciò un segnale forte. Il Napoli dell’ultimo decennio è stato in continua ascesa. E soltanto per mancanza di un pizzico di buona sorte (oltre che per una Juventus monstre) non ha vinto un campionato. Pur senza disporre di un fatturato straordinario. Ciò è dovuto sostanzialmente ad un uomo solo al comando. Con i suoi difetti. Le sue intemperanze verbali. Grande imprenditore. Capace di intuizioni sorprendenti. Che ha costruito una società perfetta dal punto di vista economico. Risollevandola dal baratro. Quest’uomo è Aurelio De Laurentiis. Ed al suo nome, non a quello di Lavezzi, o Higuain, di Mazzarri o di Sarri resterà legato questo periodo. Il segnale positivo è che è ritornato in prima persona a fianco del Napoli. In panchina a Castel Volturno a seguire la squadra. Ma allora fa tutto lui? Tutto da solo? E i dirigenti dove sono? Questo è l’uomo.
Alla fine se parli in giro tutti lo criticano ma poi ammettono “meno male che c’è“.
Verrebbe da dire con Ovidio “nec sine te nec tecum vivere possum”.
fonte:corrieredelloosport