Roma. MACRO Asilo. Top-performance di Marco Manzo, il tatuatore italiano più famoso al mondo in ambito artistico.
Articolo di Maurizio Vitiello – Il Tatuaggio Ornamentale, performance del tatuatore italiano più famoso al mondo in ambito artistico: Marco Manzo.
Il tatuatore e piercer di gran qualità, più famoso al mondo a livello artistico, ha diretto un suggestivo evento in cui alcune delle sue celebri modelle “incise” per sempre con lo stilema di cui è teoreta, hanno sfilato nell’Area Incontri del MACRO, museo romano tra i più significativi per le ricerche avanzate nel campo delle arti visive contemporanee, muovendosi con estrema eleganza e raffinatezza sui singolari camminatoi sospesi, incantando il numeroso pubblico come fossero vestite con dei sofisticati abiti cuciti sul corpo “per sempre”, per poi accompagnare ad un “altare” una sposa tatuata, raccontando, così, il simbolico matrimonio tra il Tatuaggio e l’Arte Contemporanea, documentato dal videomaker Stefano Moretti e dal fotografo Pietro Piacenti.
Presente la carta stampata, da quotidiani a riviste, tra cui SEGNI D’ARTE con la bravissima editrice-direttrice Nicolina Bianchi, e una troupe RAI (si attende ad horas il servizio sulle reti nazionali), nonché, Pietro Zocconali, Presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi.
Il tutto è stato accompagnato da fotografie delle celebri opere su pelle di Marco Manzo e da alcune notevolissime sculture in bronzo e alluminio tatuate realizzate dall’artista in collaborazione con Marcello Simonetti, che hanno formato una preziosa e particolare cornice alla prestigiosa performance raccontando le importanti mostre e gli eventi istituzionali, che hanno sancito e via via accresciuto la credibilità del “tattoo” fra le autorevoli espressioni artistiche contemporanee.
L’evento si è aperto con la lettura del “Manifesto dello Stile Ornamentale”, primo manifesto del tatuaggio come forma d’arte, di cui Marco Manzo è autore.
Lo stile ornamentale di Marco Manzo, segnalato nella pubblicazione, ha, infatti, reso possibile l’ingresso del tatuaggio in vari musei d’arte contemporanea nelle loro collezioni permanenti e nelle grandi mostre, segnando una nuova tappa nella storia dell’arte e una svolta estetica.
Questo peculiare stilema ha la particolarità di ridisegnare il corpo, soprattutto quello femminile, slanciandone le forme e accentuandone i punti di forza: un corpo, quindi, che diviene “scultura in movimento”, come è stato possibile ammirare nel corso della performance grazie all’incedere elegante e sofisticato delle modelle, “vestite” per sempre con gli inconfondibili motivi di Marco Manzo.
Il messaggio visivo-estetico di Marco Manzo interpreta il corpo femminile non più come l’oggetto su cui rappresentare, ma come forma alta che integra altra forma armonica e il tuttuno diventa summa d’arte e di grazia.
Grazie allo studio dell’anatomia individuale, infatti, il tatuaggio non è più la partenza cui il corpo deve adattarsi, ma risultato grafico in combinata con la deduzione del corpo stesso con le sue unicità e peculiarità.
Dallo studio e dall’approfondimento di un mosaico di varie culture nasce una nuova riconoscibilità che ha una firma inconfondibile, proprio perché senza aver fatta propria la tradizione diventa impossibile l’innovazione, l’evoluzione e addirittura la contrapposizione.
In particolare, ci si riferisce allo studio e dall’interiorizzazione di elementi quali i merletti, il pizzo veneziano, il “dentelle” e il ricamo, la struttura dei dipinti parietali egizi e le architetture barocche, le geometrie sacre dei mandala indiani e i sofisticati chandeliers cui si ispiravano i gioielli d’epoca vittoriana, i mehndi, detti anche mehandi, mehindi o mendi, benauguranti dell’Africa Mediterranea e dell’India, sino a giungere alle lavorazioni dotwork.
Per questo, il tatuaggio di Marco Manzo parte dal disegno di Francesca Boni e si sviluppa disponendosi su una superficie tridimensionale qual è il corpo umano, con motivi sempre unici e originali.
La profondità di questa ricerca estetica è dimostrata dalla sua brillante carriera; in particolare, recentemente confermata in una tavola rotonda curata dallo stesso Marco Manzo, tenutasi presso il Senato della Repubblica nella Sala degli Atti Parlamentari “Giovanni Spadolini”.
Marco Manzo aveva già curato in precedenza presso il Macro di Via Nizza la Rassegna TATU-ART(I) nel novembre 2018, invitando critici, storici, giornalisti e alcuni dei maggiori esponenti mondiali dell’arte del tatuaggio.
Ha, inoltre, svolto performances di forte impatto, anche sociale, in contesti in cui ha di recente esposto; in ordine di tempo, ecco:
a) la 58esima Esposizione Internazionale d’Arte la Biennale di Venezia, Padiglione Guatemala, con “Il Valore Sociale del Tatuaggio”, performance contro il femminicidio e la violenza sulle donne.
In quest’ occasione, è stato insignito di un Premio per Meriti Artistici da parte del Governo del Guatemala.
b) la mostra “Marco Manzo” al “Complesso del Vittoriano”, all’ALA BRASINI, con “Diorama d’Aria” con Asia Argento.
Ricordiamo anche precedentemente “Asia Argento in Altalena” al Museo Macro di Testaccio nel corso della mostra “Tattoo forever”, che ha visto Marco Manzo in qualità di curatore e artista e “Tattoo d’Haute Couture”, che ha avuto luogo al Museo MAXXI.
c) la 16esima Biennale di Venezia Architettura, con “ARCHITETTURA VIVENTE” e “STIGMA”, quest’ultima con la Top Model Maria Carla Boscono.
Marco Manzo ha aperto nel 1992 in zona Roma Nord uno dei primi e più conosciuti studi di tatuaggi e piercing della capitale; il “Tribal Tattoo Studio” in Via Cassia, nettamente all’avanguardia per igiene, tecnica, sicurezza.
E’ docente nei corsi professionali di tatuaggio e piercing, sia italiani che sperimentali europei in materia di igiene sul lavoro e tecnica, sin dalla loro istituzione.
Marco Manzo, oltre a essere considerato il precursore dello “stile ornamentale”, è maestro del tribale e dello stile 3d, eseguendo da oltre 30 anni tatuaggi e piercing di ogni genere.
Vincitore di oltre 75 premi nazionali e internazionali, fra conventions del settore e mostre e rassegne d’arte di alta qualificazione.
Maurizio Vitiello
[Foto: Maurizio Vitiello, Pietro Piacenti, Emiliano Baccini.]