Roma. MACRO. Performance di Marco Manzo su “Il Tatuaggio Ornamentale”
Articolo di Maurizio Vitiello – Marco Manzo al Macro di Roma in performance, sabato 28.12.2019.
“Il Tatuaggio Ornamentale” di Marco Manzo-Performance al Macro.
Col tatuaggio, il corpo femminile non è più il soggetto da rappresentare, ma diviene la forma d’arte stessa grazie all’artista romano Marco Manzo.
Il tatuatore romano tra i più famosi al mondo, promette un suggestivo evento, dove alcune delle sue celebri modelle “incise” per sempre con lo stilema di cui è teoreta sfileranno nell’Area Incontri, uno degli spazi espositivi più riconoscibili del museo romano e sui camminatoi sospesi.
Sabato 28 dicembre alle ore 11.00 presso il Museo Macro – Museo di Arte Contemporanea Roma di Via Nizza, nell’ambito del progetto Macro Asilo, ci sarà la performance dell’artista romano Marco Manzo, dal titolo “Il Tatuaggio Ornamentale”, volta a mostrare il tatuaggio come nuovo, particolar e autorevole linguaggio dell’arte contemporanea, come recentemente confermato anche da una tavola rotonda curata dall’artista tenutasi al Senato della Repubblica Italiana, nella Sala degli Atti Parlamentari Giovanni Spadolini.
Immagini e foto delle sue celebri opere costituiranno la degna vetrina-cornice della prestigiosa performance; raccontano di eventi e di mostre che hanno portato il tatuaggio in alcuni dei più credibili contesti dell’arte contemporanea.
L’artista ha invitato a interagire e a documentare l’evento fotografi quali Valter Sambucini, Pietro Piacenti, Artur Czerwisnki e il videomaker Stefano Moretti.
Verrà, inoltre, presentato il “Manifesto dello Stile Ornamentale”, primo manifesto del tatuaggio come forma d’arte, di cui Manzo è autore.
Lo stile ornamentale di Manzo ha, infatti, reso possibile l’ingresso del tatuaggio nei musei d’arte contemporanea, nelle collezioni permanenti e nelle grandi mostre, segnando una nuova tappa nella storia dell’arte.
Questo particolare stilema ha la caratteristica di ridisegnare il corpo, soprattutto quello femminile, slanciandone le forme e accentuandone i punti di forza: un corpo che diviene scultura in movimento.
Per Manzo, il corpo femminile non è più l’oggetto da rappresentare, ma diviene la forma d’arte stessa.
Grazie allo studio dell’anatomia individuale, il tatuaggio non è più la partenza cui il corpo deve adattarsi, ma conseguenza del corpo stesso.
Dalla conoscenza e dalla presa di coscienza di più culture nasce una nuova riconoscibilità che ha una firma inconfondibile, non con scopo imitativo, ma proprio perché senza aver fatta propria la tradizione diviene impossibile l’innovazione, l’evoluzione e addirittura la contrapposizione.
Il tutto ha una derivazione dallo studio e dall’interiorizzazione di elementi quali i tessuti, i merletti, il pizzo veneziano, il dentelle e il ricamo, i dipinti parietali egizi e le architetture barocche, le geometrie sacre dei mandala indiani e i sofisticati chandeliers cui si ispiravano i gioielli d’epoca vittoriana, i Mehndi benauguranti dell’Africa Mediterranea e dell’India, sino a giungere alle lavorazioni dotwork.
Il tatuaggio di Marco Manzo parte dal disegno di Francesca Boni, sviluppandosi, poi, su di una superficie tridimensionale quale è il corpo umano.
Marco Manzo ha già curato presso il Macro di Via Nizza la Rassegna TATU-ART(I) nel novembre 2018, invitando critici, storici, giornalisti e alcuni dei maggiori esponenti mondiali dell’arte del tatuaggio.
L’artista ha, inoltre, svolto già performances di forte impatto anche sociale in contesti in cui ha di recente esposto, quali: la 58.esima Esposizione Internazionale d’Arte la Biennale di Venezia, Padiglione Guatemala, con “Il Valore sociale del tatuaggio”, performance contro il femminicidio e la violenza sulle donne; la 16.ma Biennale di Venezia Architettura, con “ARCHITETTURA VIVENTE” e “STIGMA”, quest’ultima con la Top Model Maria Carla Boscono; la Mostra “Marco Manzo” al Complesso del Vittoriano-ALA BRASINI, con “Diorama d’Aria” con Asia Argento.
Ricordiamo anche precedentemente “Asia Argento in Altalena“ al museo Macro di Testaccio nel corso della mostra “Tattoo forever”, che ha visto Manzo in qualità di Curatore e Artista e “Tattoo d’Haute Couture”, che ha avuto luogo al MAXXi.
Manzo è stato, recentemente, insignito di un Premio per Meriti Artistici da parte del Governo del Guatemala nell’ambito della 58esima Esposizione internazionale d’arte – la Biennale di Venezia.
Ha aperto nel 1992 in zona Roma Nord uno dei primi studi di tatuaggi e piercing della capitale; il Tribal Tattoo Studio in Via Cassia, uno dei più all’avanguardia per tecnica e sicurezza.
E’ docente nei Corsi Professionali italiani e sperimentali europei in materia di igiene sul lavoro e tecnica del tatuaggio sin dalla loro istituzione.
Manzo, oltre ad essere considerato il precursore dello stile ornamentale, è maestro del tribale e dello stile 3d, eseguendo da oltre 30 anni tatuaggi e piercing di ogni genere.
Vincitore di oltre 75 premi nazionali ed internazionali, fra convention del settore e mostre d’arte (tanto per ricordare il Premio Sulmona, 2018).
Lode a Manzo.
Maurizio Vitiello