Sassuolo -Napoli – Gattuso pronti a ripartire
8 Gare senza vincere Il Napoli non trova il successo da otto gare consecutive di Serie A (5 pareggi, 3 sconfitte): gli azzurri non arrivano a 9 sfide di fila senza trovare i 3 punti dalla stagione 2008-09, con Donadoni in panchina.
21Punti raccolti In 16 partite per il Napoli in questo campionato: è la peggior partenza per i partenopei dal 2000/01, stagione in cui ha trovato la retrocessione da squadra neopromossa.
Chissà se dici giorni possano bastare per costruire una diagnosi o perlomeno per allestire un’idea. E chissà se starsene rinchiusi in un bunker, infilandoci dentro l’anima per dodici ore, quasi fosse una full immersione, sia stato sufficiente per decodificare il Napoli, per coglierne i disagi, le fragilità, la sua psicologia alterata, ma anche per ricomporlo, ricostruirlo, ripulirlo, spazzando via ogni scoria. Chissà se è solo una questione di testa o è diventato altro, l’inaridimento del talento d’una squadra vera, autentica, persino geniale che è uscita dai suoi panni ed ha smarrito l’orientamento: però dieci giorni saranno bastati a Gattuso per accorgersi che il quart’ultimo posto è più vicino al quarto e che serva uscire dagli equivoci, sin dal Sassuolo, per non ritrovarsi nello psicodramma. «Ma io non ho paura». Lui no.
Una settimana «piena» cosa lascia, Gattuso?
«La sensazione che la squadra si sia consegnata a me e al mio staff, con enorme disponibilità. Io vorrei che i ragazzi tornassero a fare le cose che abitualmente hanno offerto».
Due mesi senza vittorie pesano.
«Ma non è un’ultima spiaggia. E’ una frase che nel mio vocabolario non esiste. So di cosa è stato capace il Napoli, con Liverpool e Salisburgo: stiamo parlando di settimane, non anni».
La paura del Napoli può diventare la sua?
«Io non ho paura. Mi mostro duro, per trasmettere tranquillità. Dobbiamo credere in noi stessi, essere più liberi nella testa, ignorare la classifica».
Che Napoli si aspetta?
«Che soffra e sappia tenere il campo, contro una squadra forte, che De Zerbi fa giocar bene».
Ovviamente, 4-3-3…
«Palleggiando dal basso e creare superiorità numerica, interpretando in maniera impeccabile le marcature preventive. Ci deve essere organizzazione, intorno a Fabian che può fare il vertice basso».
Sembra abbia il «debole» per Milik…
«Io sono pazzo di tutti i miei giocatori. Questa squadra ha dato tanto e questi ragazzi vanno accompagnati. L’abbraccio di De Laurentiis a Insigne, durante la cena di Natale, dev’essere l’inizio della rinascita. Oggi la palla pesa 10 chili, dobbiamo toglierci questa pressione».
Le multe rappresentano un problema?
«Non vedo una squadra infastidita, della questione ho sentito parlare solo il primo giorno in cui sono arrivato. Ma ora abbiamo problemi più seri».
Scelga un modello di riferimento, oggi, tra gli ex allenatori che ha avuto?
«Mi viene da dire Marcello Lippi, grande marinaio che sapeva fronteggiare le difficoltà. E poi ha allenato anche qua».
Il suo «papà» Ancelotti è ufficialmente allenatore dell’Everton.
«Sapevo che Carlo avrebbe impiegato un minuto per tornare. Lo chiamo subito: abbiamo condiviso tante cose, gli auguro il meglio, perché ad una persona perbene come lui si può solo volere del bene e io gliene voglio».
Può dire anche cosa pensa del Barcellona…
«Non mi sembra un sorteggio favorevole. Sappiamo che sarà dura, perché il Barça è incredibile. Io oggi voglio vincere e nel 2020 rivedere il San Paolo pieno. Questo è il nostro dovere, riaccendere l’entusiasmo».
A Reggio Emilia una trasferta per pochi: solo mille biglietti ospiti venduti
Appuntamento a Reggio Emilia, come sempre: però stavolta, e sarà anche perché siamo in pieno clima natalizio e ci saranno altre priorità, non interverrà la folla strabocchevole del passato.
Sassuolo-Napoli è un appuntamento che ha sempre smosso le masse, arrivavano da ogni parte del Nord, e non solo, riempivano la curva ma anche altri settori, mentre stavolta, invece, c’è una larga fetta di invenduto: i quattromila biglietti riservati ai sostenitori ospiti restano lì, non tutti ma tanti, perché fino a questo momento sono appena mille, qualcuno in meno o qualcuno in più, i tifosi del Napoli che l’hanno acquistato e che dunque saranno al Mapei.
Un dato in controtendenza con le abitudini e che rappresenta la fotografia di un momento: i risultati che non arrivano, le spese e i regali a cui è impossibile sottrarsi e questa frenata indiscutibile rispetto al passato. Sassuolo-Napoli sarà per pochi, stavolta. E Rino Gattuso, per la sua prima trasferta al timone del Napoli, dovrà rinunciare a un bel po’ di spinta.
De Zerbi: Affamati di punti
Fa un certo effetto sentir dire che sotto Natale si deve avere fame e De Zerbi sceglie ogni coloritura per spingere i suoi a tirar fuori il meglio contro il Napoli: «Dobbiamo essere affamati di punti poiché ci servono. Arriveranno carichi e noi dovremo essere più carichi essendo diversi i valori. Se abbiamo coraggio, se siamo attenti, facciamo partite buone. Incontriamo una grossa squadra che non sta passando un periodo brillante ma resta forte». Ci sono le aspettative sul nuovo corso di Gattuso e quelle per il salto di qualità che vuole De Zerbi: «Non li troveremo impreparati, hanno giocatori di valore. Noi siamo chiamati a disputare una partita giusta. Ci alleniamo l’indomani, dunque non c’è pericolo di vedere bagagli natalizi nello spogliatoio. Sappiamo che stiamo facendo bene, consapevoli però che quanto fatto non conta più».
QUANTI DUBBI. Sulle scelte pesano le condizioni dei singoli: «Punto interrogativo su Magnanelli, Djuricic e Berardi. Qualcuno di loro mi ha dato la disponibilità, ma ci sono dei rischi che non voglio correre. Siamo stati tartassati dagli infortuni e ancora non se ne viene fuori. Ho una rosa importante che riesce a sopperire alle assenze, ma preferisco scegliere al completo. Deciderò affidandomi ai migliori, considerando che le partite si possono modificare in corso. Berardi? Non voglio rischiare nessuno, come non l’ho fatto altre volte. Gioca Muldur a destra al posto di Toljan». Il 4-2-3-1 ha portato alla svolta? «Alleno da 7 anni, non parto mai con un sistema di gioco né ho preferenze. Cerco di mettere i giocatori nelle posizioni migliori, mantenendo i principi. Mi sono accorto che l’ampiezza è una caratteristica indispensabile per questa squadra».
fonte:corrieredellosport