Valverde non si fida del Napoli
Quando Napoli sognava Messi Ecco le pagine del Mundo Deportivo del dicembre 2007: il quotidiano sportivo di Barcellona riportava del forte interesse del Napoli (che dai blaugrana prese Maradona) per Messi, per costruire una squadra da sogno. Leo nel 2007 aveva 20 anni, era alla quarta stagione nel Barça e aveva già 26 presenze in Nazionale; aveva già vinto due scudetti e una Champions.
Il Barcellona è stato eliminato nelle ultime due occasioni in cui ha affrontato squadre italiane nella fase ad eliminazione diretta di Champions League: contro la Juventus nel 2016/17 e contro la Roma nel 2017/18.
Napoli e Barcellona si affronteranno per la prima volta in una competizione UEFA. Sono invece 14 i precedenti del Napoli contro squadre spagnole. Il bilancio: 4 successi, 4 pareggi e 6 ko
L’esordio assoluto in Champions del Gattuso allenatore sarà indimenticabile. Comunque vada: è il Barcellona, il grande Barça di Messi e Suarez, l’avversario del Napoli negli ottavi. Date: 25 febbraio 2020 al San Paolo; 18 marzo 2020 al Camp Nou. Peggio non poteva andare, inutile girarci intorno, ma Rino, chiamato a rigenerare una squadra stritolata dalla pressione e in piena crisi d’identità, c’entra immediatamente il punto: «L’affronteremo senza paura». Ecco, proprio così: servirà un’impresa, considerando il valore e le ambizioni dei signori di Spagna, ma nello sport tutto è possibile e gli azzurri dovranno presentarsi al grande appuntamento con l’animo leggero, lo spirito guerriero e l’entusiasmo scugnizzo di qualche anno fa. Quello dell’epoca di Sarri e della sfida con il Real, per intenderci: il calcio come una gioia. Com’è giusto che sia.
FUORI E DENTRO. E allora, le reazioni tinte d’azzurro. E innanzitutto quella dei tifosi: affascinati dall’idea della prima passerella di Leo nel tempio di Diego, sì, ma anche sfiduciati. In linea con il momento non proprio fortunato del Napoli: “Non ce ne va bene una”, la frase più gettonata sul web. E tutto sommato la maschera di Edo De Laurentiis, vicepresidente del club ieri in platea a Nyon, avvalora la tesi: impietrito. Qualcuno, interpretandone il labiale catturato dalle telecamere, sembra addirittura leggere l’espressione: “Siamo fuori”. Un’ipotetica rassegnazione apparente che poi Edl in persona smentisce con un messaggio social pieno di carica: “Cercheremo di scrivere un’altra pagina di storia del nostro glorioso club. Forza Napoli sopra tutto e tutti”.
SENZA PAURA. Sintetico ma decisamente d’impatto, invece, è il commento di Gattuso: “Avremo di fronte una grande squadra, una grande sfida e due gare affascinanti. Le affronteremo senza paura”. Per lui, subentrato ad Ancelotti proprio nella notte della qualificazione agli ottavi, l’incrocio con il Barça avrà il sapore romantico di un amarcord e il gusto dell’appuntamento storico da un punto di vista personale: la partita d’andata in programma al San Paolo segnerà il suo esordio assoluto in Champions da allenatore. Da giocatore del Milan, tra l’altro con Carletto in panchina, lo ha invece affrontato sei volte in questa stessa competizione (anche in semifinale: persa): 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, il bilancio. Curiosità: Messi lo ha incrociato soltanto nel 2004 e all’epoca, ancora diciassettenne, Leo restò in panchina.
SOLO MILIK. Stringate, più che altro contate le reazioni dei giocatori. Tutte tramite social: Di Lorenzo, Fabian e Maksimovic si limitano a postare la foto degli accoppiamenti con gli emoji del cuore azzurro e della carica. Del tipo: “Forza!”. E così l’unico vero commento è quello di Milik: “Rispetto tanto, paura nada”. In spagnolo, per farsi comprendere meglio. “Ci vediamo al San Paolo”.
Tocca ancora una volta al saggio Ernesto Valverde riportare tutti con i piedi per terra dopo un sorteggio salutato, a suo modo di vedere, con eccessivo entusiasmo dai media catalani. Il Mundo Deportivo non ha esitato a gridare “Bombe per Real e Atletico, più fortunati Barcellona e Valencia”, con riferimento alle superpotenze britanniche City e Liverpool, che se la vedranno con le due madrilene, mentre a blaugrana e levantini sono toccate le due italiane. «In Serie A non sono stati protagonisti di un grande avvio, ma in Europa hanno fatto un sacco di punti. Hanno battuto il Liverpool in casa e hanno pareggiato ad Anfield», l’oggettiva osservazione del Txingurri. L’altro quotidiano sportivo barcellonese, Sport, punta invece il dito sul delicato momento dei partenopei. «Il Napoli di Gattuso, un vulcano in eruzione» e, anche a questo proposito, l’ex tecnico dell’Athletic Bilbao ci tiene a puntualizzare. «Facciamo una valutazione del rivale il giorno del sorteggio, ma non abbiamo la più pallida idea di quello che possa capitare di qui a due mesi. Hanno appena cambiato allenatore, ma sono un avversario temibile. Abbiamo giocato contro di loro in estate e abbiamo visto che hanno grande qualità a centrocampo e, in generale, grandi individualità, a cominciare da Fabian Ruiz, per seguire con Callejon, Mertens e Insigne». E proprio Fabian sarà l’osservato speciale per il club catalano. Non è un mistero, infatti, che l’ex Betis Siviglia piaccia, eppure parecchio, da queste parti.
DI CLASICO IN CLASICO. Oltre alle insidie proprie del rivale, il Barça pare preoccupato anche dalle complicazioni derivanti dal calendario: l’andata di Fuorigrotta è fissata proprio nella settimana che si chiuderà col secondo Clasico di Liga. Un grattacapo in più. Ci sarà, comunque, tempo per Valverde per decidere come gestire le calienti giornate a cavallo della fine di febbraio e l’inizio di marzo. La stretta attualità, invece, vede Messi e compagni alla vigilia del primo scontro diretto stagionale con i blancos. La minaccia delle manifestazioni della piattaforma indipendentista Tsunami Democratic obbligherà il Barça, domani, a un inusuale ritrovo a ora di pranzo, nel vicino Hotel Princesa Sofia, ubicato a cinquecento metri dal Camp Nou, dove alloggia lo stesso Real Madrid. I maggiori crucci di Valverde, però, riguardano il mancato recupero di Arthur. Il brasiliano, pizzicato sulle nevi di Andorra nonostante i problemi al pube, starebbe perdendo punti rispetto a un Rakitic in netta risalita, dopo un avvio da rincalzo. Se proseguisse questo andazzo fino al prossimo 25 febbraio, non ci sarebbe troppo da stupirsi se fosse proprio il croato a completare la mediana, con Busquets e De Jong, sul prato del San Paolo. Ma manca ancora una vita e tutto può ancora cambiare.
fonte:corrieredellosport