Bevo ciò in cui mi riconosco, il vino di “Sabato” della mia terra
Vico Equense (NA) Il vino è argomento serio, appartiene alla nostra cultura da sempre, a questo proposito sposo la riflessione di Francesca Ciancio che leggo sull’edizione del gennaio 2020 del mensile “Gambero Rosso“, “il vino prodotto in serie conterà ancora molto, ma l’evoluzione del gusto va verso la sartorialità agricola. Bevo ciò in cui mi riconosco”. Il “Vino di Sabato“, l’uva di Sabato (o uve ‘e sabete, come vuole il gergo locale) è una varietà assolutamente autoctona della penisola sorrentina che spero rientri presto in questo prodotto sartoriale, predilige terreni drenati come quelli collinari. Arrampicandosi sulle colline vicane verso Moiano incontriamo vitigni già all’altezza di Bonea, mentre dalla parte opposta alla Raffaele Bosco, se ne trovano a Fornacelle, e scendendo anche a Seiano fino a Montechiaro. A Fornacelle ci sono ancora piante avvinte agli alberi, queste notizie le apprendo leggendo la scrittrice Filomena Baratto, che della storia e delle bellezze di Vico Equense è autorevole fonte. Il Vino di Sabato, maturando in sesta epoca secondo i Romani, si lega al sesto giorno della settimana, da qui il nome. E’ di un colore rubino denso, e poco penetrabile che tende verso il granata, raggiunge i dodici gradi, classico fruttato, brioso cede nel tempo a profumi più complessi. In bocca è ricco ma mantiene la freschezza e il tannino nobile del vitigno con buone capacità d’accompagno sia alla pasta sia alle carni, infine d’estate accompagnato alla classica insalata caprese è un tionfo di sapori e profumi. Va aggiunto che procedono alacremente i lavori del progetto ANSENUM (acronimo di “Antichi Semi Nuovi Mercati”) che intende rilanciare i vitigni delle colline equane e l’uva di sabato. A tal proposito nei giorni scorsi si sono riuniti in un focus group ristoratori, sommelier, enologi, imprenditori turistici, professori della facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, ed esperti in comunicazione per commentare la prima degustazione del vino frutto della vendemmia 2019 e per decidere le modalità di svolgimento dei successivi step sia per l’affinamento della bevanda che per la sua promozione. Fermo restando che è presto per giudicare le caratteristiche di un vino frutto di una vendemmia recente, i partecipanti ai lavori hanno ritenuto il prodotto ottenuto, un’ottima base su cui lavorare. Per quanto riguarda il posizionamento di tale vino sul mercato, si è deciso che esso andrà sia nelle carte delle attività ristorative locali, che in quelle dei ristoranti stellati, e commercializzato nei negozi promuovendone la conoscenza tra i turisti dell’area dei Monti Lattari. Il brand, che è stato identificato con il nome “Eroico”, sarà promozionato anche in educational che si svolgeranno in vigna e che saranno proposti sia singolarmente sia in abbinamento alle tradizionali offerte turistiche presenti nelle strutture ricettive di Vico Equense. Afferma Donato Aiello, presidente della Pro Loco di Vico Equense, ente capofila del progetto ANSENUM: “È importante la collaborazione con il nostro entroterra: solo facendo squadra è possibile garantire una offerta turistica completa in grado di attirare anche gli enoturisti. Questo focus group è stato il primo passo verso la direzione giusta, quella della valorizzazione del nostro territorio attraverso i nostri prodotti e il turismo esperienziale”. ANSENUM è stato finanziato con i fondi psr Regione Campania 2014-2020. Brindiamo al 2020 con una calice di vino della nostra terra, e che sia di buon auspicio per tutto il settore enogastronomico campano.
a cura di Luigi De Rosa