La Chiesa di Capri, da quando nel 1818 fu soppressa la diocesi, è sotto la giurisdizione dell’Arcivescovado di Sorrento-Castellammare retto da un prelato che ha deciso di vietare i matrimoni religiosi di stranieri e non vi è verso di ottenere dispensa.
A tal proposito riportiamo la storia di Paolo, originario della provincia di Roma.
Paolo Orlandi, un italiano originario di Subiaco che per motivi di lavoro anni fa si recò negli U.S.A., non si è mai dimenticato del suo Paese ed è molto legato all’Isola di Capri, dove ha lungamente soggiornato facendosi stimare e compiendo opere di bene.
Organizzò una grande gara di beneficenza al Palatium e donò un veicolo per il trasporto dei disabili all’Associazione ANFFAS di Capri che sui fianchi reca il nome della sua famiglia. Nel 1999 ricevette dall’ANFFAS di Subiaco il “Premio Amico dell’Anffas”, un riconoscimento che non può essere dato a politici o partiti politici. È scrupolosamente osservante della religione cattolica ed era sua aspirazione che il figlio si sposasse nella chiesa madre di Capri, ma l’inflessibile Vescovo ha detto no, senza motivare in alcun modo il suo diniego.
“Non si sa in quale peccato così grave siano incorsi questi nostri concittadini all’estero. Ed anche ammesso che siano dei peccatori, come si può pregare Dio per assolverli dai loro peccati?” si chiede un avvocato-giornalista napoletano, assiduo frequentatore dell’isola, che da tempo sta seguendo il caso da privato cittadino e che ha rimesso la questione nelle mani del Papa, al quale ha inviato una dettagliata lettera, augurandosi che da immigrato si ricordi cosa significa per un cattolico ritornare a casa.