Quarant'anni senza Peppino |
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Ciao Peppino

27 gennaio 2020 | 13:02
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Il 27 gennaio del 1980 terminava la sua avventura su questa terra Peppino De Filippo. Alcuni critici amavano definirlo il De Filippo che faceva ridere, etichetta molto riduttiva per un artista che con orgoglio ha dimostrato talento attoriale dello stesso stampo della sua schiatta, qualle degli Scarpetta. Peppino era nato a Napoli nel 1903, figlio di Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo, il più giovane dei fratelli De Filippo. Con Eduardo e Titina nel 1931 fondò la Compagnia del Teatro Umoristico: i De Filippo nella quale rimase a lavorare fino al 1944, quando se ne andò per dissidi profondi con Eduardo. La leggenda vuole che un giorno Peppino rivolgendosi al fratello maggiore gli chiese: “Eduà, se tu ti trovassi al mio posto, se ti vedessi trattato come lo sono io. Che faresti?”. Eduardo senza battere ciglio rispose: “Me ne andrei“.
Eduardo voleva essere l’unico capocomico e, sotto sotto, come confermerà in seguito Tina Pica in alcune sue dichiarazioni alla stampa dell’epoca, era geloso di Peppino.
Così, dopo la divisione da Eduardo e Titina cominciò la seconda parte della carriera di Peppino quella vissuta con star del calibro di Totò, la Magnani, Sordi e Brazzi, per citarne solo alcuni e quella divisa con i grandi registi del cinema che lo videro impegnato con successo in film indimenticabili, quelli diretti da Mario Camerini, Carlo Ludovico Bragaglia, Steno, Monicelli, Dino Risi, Sergio Corbucci e il mitico Federico Fellini, che lo dirigerà nell’episodio “Le tentazioni del dottor Antonio”.
“Fare piangere è meno difficile che far ridere. Per questo, teatralmente parlando, preferisco il genere farsesco.” Peppino De Filippo

di Luigi De Rosa