Coronavirus, tra fake news e realtà: il messaggio di Anonymous
Secondo i datiufficiali diffusi dal governo cinese i decessi causati dal nuovo coronavirus sarebbero saliti a 170 nelle ultime 24 ore, mentre i casi di contagio a 1.700 solo nella giornata di ieri. In un quadro già drammatico sull’epidemia che sta facendo sprofondare il mondo intero nel terrore, si è inserita la denuncia di Anonymous. Il noto gruppo di hacker mondiali ha immesso in rete un video dai contenuti inquietanti, relativi ad alcuni retroscena sul nuovo coronavirus e sul governo cinese. Nel video è possibile visionare dopo il messaggio, i filmati amatoriali di persone affette dal virus che cadono al suolo ormai senza vita o quasi.
“Il governo cinese ha messo in pericolo la vita di milioni di persone e potrebbe aver già innescato una pandemia mortale nel mondo. Non è un segreto che il governo cinese controlli attivamente il flusso di informazioni all’interno e all’esterno dei suoi confini”. La denuncia di Anonymous prosegue e punta il dito contro il governo: “La Cina è diventata anche molto più ricca e influente nel corso degli anni, il che ha permesso loro di controllare la segnalazione di eventi nel Paese e nel resto del mondo, come abbiamo riportato sulle recenti proteste a Hong Kong”.
Proprio la censura, secondo gli Anonymous, è stato l’ostacolo principale alla possibilità di affrontare efficacemente il virus. “lo stesso apparato di censura in Cina sta lavorando per sopprimere le informazioni sulla diffusione del coronavirus mortale e sulle condizioni che possono essere osservate nelle aree di quarantena. Decine di milioni di persone nel Paese, forse anche di più, sono state messe in quarantena e hanno ordinato di non lasciare la regione per paura della diffusione dell’epidemia. Tuttavia, è evidente che il governo ha aspettato troppo a lungo prima di prendere misure serie per contenere il virus”.
I motivi per cui abbiano limitato la circolazione di determinate informazioni sono i seguenti secondo il gruppo di hacker: “Forse potrebbe essere per prevenire il panico o evitare sanzioni o quarantene imposte a livello internazionale, ma alcuni ricercatori hanno sollevato domande sulla causa della malattia e hanno suggerito che potrebbe provenire da un bio-laboratorio nelle vicinanze. Negli ultimi anni è stato aperto un nuovo laboratorio biologico a Wuhan, in cui sono stati studiati i patogeni più pericolosi al mondo. Dal 2018 – prosegue – il laboratorio ha funzionato ufficialmente con vari ceppi del coronavirus e con altre malattie mortali come l’Ebola. Questo laboratorio dista solo 20 miglia dal mercato del pesce di Huanan, che si ritiene sia il primo caso del virus corona”. “Dall’apertura del laboratorio, gli scienziati di tutto il mondo hanno sollevato preoccupazioni sui potenziali pericoli. Nel 2017, è stato persino pubblicato un articolo sulla rivista scientifica Nature che descriveva i piani per il laboratorio. Scambiava, inoltre, opinioni di esperti su come agenti patogeni pericolosi potessero sfuggire alla struttura. In effetti, il virus SARS è fuggito più volte da strutture di sicurezza di alto livello a Pechino. Stranamente, solo tre mesi fa, la simulazione di una pandemia ha mostrato che un focolaio potrebbe provocare 65 milioni di morti. La simulazione è stata effettuata presso il Johns Hopkins Center for Health Security. Con la partecipazione del World Economic Forum e della Bill and Melinda Gates Foundation. È troppo presto per dire esattamente cosa sta succedendo a questo punto. Ma Anonymous ha ricevuto suggerimenti da tutta la Cina sulla gravità dell’epidemia e sul grande insabbiamento che sta avvenendo dietro le quinte. Per diffondere queste importanti notizie nel mondo, dobbiamo fare abbastanza rumore – conclude Anonymous- per superare la grande censura cinese”.
I DUBBI SUL LABORATORIO – Molti ricercatori di Wuhan si sono formati in un analogo laboratorio di massima sicurezza di tipo BSL-4 a Lione, in Francia: una circostanza che alcuni scienziati ritenevano rassicurante. Facendo però anche notare che la struttura francese aveva finora ad allora eseguito test utilizzando soltanto virus a basso rischio di contagio. Richard Ebright, un biologo molecolare americano della Rutgers University di Piscataway, nel New Jersey, interpellato da Nature in merito all’affidabilità del laboratorio di Wuhan e in generale dell’intera rete di laboratori BSL-4 cinesi, aveva espresso serie preoccupazioni, ricordando come fosse “ormai acclarato che il virus della Sars era sfuggito dalle strutture di contenimento di alto livello in Cina più volte”.
Tim Trevan, fondatore di Chrome Biosafety and Biosecurity Consulting a Damasco, nel Maryland, sottolineava come “una cultura aperta e la possibilità di effettuare controlli da parte della comunità scientifica internazionale e da organizzazione esterne non-governative, sia fondamentale per mantenere sicuri i laboratori BSL-4″, domandandosi quanto in Cina, dove il governo è l’unico a esercitare il controllo su queste strutture ad altissima pericolosità, si potesse garantire trasparenza e dunque sicurezza.