Homo incertus, senza futuro e con tante paure
Vittorino Andreoli è uno degli psichiatri italiani più conosciuti e stimati del nostro Paese, persona colta, che buca lo schermo tv grazie alla sua umanità, sottolineata dalla voce sempre pacata e rassicurante. l’atteggiamento umile verso chi gli chiede consiglio, e quei capelli grigi sempre un po’ arruffati che mi ricordano la zazzera più celebre di Einstein, e gli donano la stessa simpatia. E’ uno scrittore che ha prima di tutto l’arte, sempre meno coltivata al giorno d’oggi, di saper ascoltare l’interlocutore per poi offrire la sua riflessione, e non mi venite a dire che questo talento è dovuto alla sua professione perché converrete con me che ci sono tanti suoi colleghi che quando parlano ricordano quei poeti che le liriche le scrivono solo per se stessi, e solo loro finiscono per comprenderle. L’ultimo saggio di Andreoli, che potete trovare nelle librerie è “Homo incertus” (Rizzoli), analisi molto acuta e interessante sulla società di oggi che lo psichiatra, senza mezzi termini, definisce della paura. “Viviamo nella democrazia della paura. L’insicurezza è trasversale. Contagia tutto. E’ percepita in economia, a livello sociale, individuale, nella sfera delle amicizie, nelle relazioni familiari, tra i sessi, nelle coppie. Siamo tutti dei frustrati che sospettano dell’altro”. Ciò che però per Andreoli è più scioccante, è che in questo tempo di “paure” non si fanno più scelte, o meglio le scelte non vengono più fatte “per organizzare il futuro ma per risolvere la paura immediata”. Abbiamo ucciso il futuro? C’è nel saggio un altro scenario che è altrettanto inquietante ed è quello che abbiamo imparato a sintetizzare con l’espressione “evaporazione delle relazioni umane”. “Vengono da me madri piangenti che dicono di non riuscire più a parlare con i propri figli. Mi verrebbe da rispondere , gli scriva un sms”.
La società dell’insicurezza è alimentata dalle fantasie delle preoccupazioni che si trasferiscono nelle relazioni affettive. “Oggi le coppie si guardano, una di fronte all’altro, come se fossero davanti a uno spettacolo. Lui e lei trascorrono il tempo al telefonino. Ma toccatevi, dico io. Ci sono un sacco di coppie che non fanno più sesso. La sessualità sta scomparendo. Al suo posto milioni di siti erotici”.
Cosa fare? Il professor Andreoli sostiene che la paura si può imbrigliare e attenuare con l’umanesimo riscoprendo e coltivando i principi della comprensione e della cooperazione. Quella del professor Vittorino Andreoli non è un’analisi teorica, ma una riflessione su noi stessi e il mondo che ci circonda, dall’alto della sua competenza e umanità “ci suggerisce come gestire l’insicurezza e arriva a mostrarci la nostra fragilità che richiede l’aiuto dell’altro, di un’altra fragilità, e fare così dei legami interumani la via per vincere la paura”.
di Luigi De Rosa, libraio