Monaco di Baviera – Il 18 settembre 1931 una bellissima ragazza bionda viene trovata morta in un lussuoso appartamento della città bavarese al civico 16 di Prinzeregenteplatz. Il corpo che giace in un lago di sangue è quello della 23enne Angelica Raubal detta Geli. Gli inquirenti (diciassette ore dopo) stabiliscono che si tratta di suicidio, era stata infatti rinvenuta una pistola accanto al corpo della povera ragazza, una Walther calibro 6,35, il proprietario dell’arma è Adolf Hitler, zio della ragazza. Geli era amatissima dallo zio, famoso a quei tempi per aver pubblicato il Mein Kampf, e per essere un politico rampante dal futuro radioso. La ragazza da Adolf Hitler era assecondata in tutto, si può dire viziata, e le malelingue sostengono che tra i due ci fosse un rapporto incestuoso. E’ fuor di dubbio che Hitler amasse la nipote Geli e che l’avesse eletta a sua musa, prova ne è che la dipinse anche nuda e che pretese sempre che un suo ritratto venisse esposto in ogni sua residenza anche quando divenne il Furer. E’ anche vero che quando Emil Maurice, autista di Hitler (cofondatore delle SS) se ne innamorò e la chiese in sposa, Hitler non si oppose salvo poi cambiare idea, e licenziarlo. Su questo cold case, rimasto nel dimenticatoio della storia per anni, ha indagato uno scrittore italiano Fabiano Massimi, laureato in Filosofia e bibliotecario alla Biblioteca Delfini di Modena che con il suo “L’angelo di Monaco”, edito da Longanesi, ha conquistato l’attenzione dei lettori della Fiera del Libro di Londra e si appresta ad essere tradotto in dieci lingue e pubblicato in altrettanti paesi. Un romanzo storico interessantissimo che forse rende giustizia a una 23enne che aveva un unico sogno quello di diventare un grande soprano, e un’unica colpa quella di essere giovane, attraente e nipote di Hitler. A proposito, dimenticavo, la Walther calibro 6,35 è la stessa con la quale si sparò Hitler nel bunker…
di Luigi De Rosa, libraio