Soldi e sesso in cambio di sentenze favorevoli, arrestati giudice e avvocatessa
Prestazioni sessuali con una giovane avvocatessa e mazzette di soldi. Ma anche abbigliamento firmato, gioielli, vacanze e tanto altro… ognuno offriva quello che possedeva. Il magistratoMarco Petrini non rifiutava nulla se si trattava di intascare regali per aggiustare sentenze, favorire processi. Secondo l’accusa della Dda di Salerno, giudice ed avvocato si sarebbero resi protagonisti di un episodio di concorso in corruzione in atti giudiziari in quanto Petrini – presidente della Corte d’Appello nel processo “Ragno” contro il clan Soriano – non si sarebbe astenuto nel decidere sulla richiesta della Procura generale di Catanzaro di acquisire nel processo le dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso (rampollo dell’omonimo clan di Limbadi) contro il clan Soriano, pur essendo l’avvocatoMarzia Tassone (legale di alcuni imputati) la sua “amante stabile”. Nell’udienza del processo d’appello del 14 gennaio dello scorso anno, il giudice non ha ammesso il verbale del pentito ed in alcune occasioni avrebbe avuto rapporti sessuali – secondo la Guardia di finanza e la Dda di Salerno – con l’avvocato Tassone. Da qui l’accusa per entrambi di concorso in corruzione in atti giudiziari. Il giudice è finito in carcere, l’avvocato agli arresti domiciliari.