“Nascere a primavera, morire con le rose,/sulle ali di uno zefiro nuotare nella luce,/cullarsi in grembo ai fiori appena schiusi,/in una brezza pura di profumi e d’azzurro,/scuotere, ancora giovane, la polvere alle ali,/volare come un soffio verso la volta infinita:/ecco della farfalla il destino incantato!/Somiglia al desiderio che non si posa mai,/che mai si sazia, ogni cosa sfiorando/per poi tornare al cielo,in cerca di piacere”, questi versi sono del poeta francese Alphonse De Lamartine, che tanti anni orsono vergò su uno dei suoi taccuini, forse durante uno dei suoi abituali soggiorni nell’amata Napoli tra il 1844 e il 1852. Un viaggio in Italia lo aveva faffrontato anche Valentina Sanna, per una vacanza di fine anno in Sardegna con i genitori e le due sorelle, ma a capodanno la sua vita, simile a quella di una farfalla, è stata recisa da un destino crudele Valentina infatti ha contratto una meningite fulminante che nel giro di pochi giorni l’ha strappata ai suoi affetti più cari per sempre. Valentina Sanna aveva 14 anni, inglese di Liverpool di chiare origini italiane, era una bravissima ballerina stella nascente della Royal Ballet School di Londra dove era stata ammessa dopo una dura selezione dimostrando capacità tecniche e accademiche fuori dal comune. I suoi organi sono stati donati. “E’ stato un sollievo per noi sapere che il suo sacrificio sarebbe servito a dare nuova vita ad altri pazienti”, questa la dichiarazione di papà Alberto Sanna che riporta “Il Giornale” nell’edizione del 17 gennaio 2020. Nascere a primavera, morire con le rose. Rip.
di Luigi DeRosa