USA, Trump: «Il generale Soleimani colpito perché stava preparando nuovi attacchi»
Dopo il blitz americano in Iraq, che ha segnato la morte del generale iraniano più influente a Teheran, Qasem Soleimani, i rapporti tra l’America e l’Europa sembrano essersi rotti, scavando un solco ancora più profondo creatosi dall’elezione di Trump. Le relazioni tra Washington e Baghdad non sono mai state così a rischio, come al seguito di questa mossa inaspettata da parte del Presidente degli Stati Uniti, che ha spiazzato tutti ed è stata accolta con disprezzo nelle capitali europee. Eppure, negli USA ci si aspettava più supporto dall’Europa, come ha affermato il segretario di stato, Mike Pompeo in un’intervista a Fox News «Francamente sono rimasto deluso dagli alleati europei, non sono stati così d’aiuto come avremmo desiderato». Ha poi aggiunto «Ho parlato con i partner nella regione mediorientale, condividendo con loro cosa stavamo facendo, perché lo stavamo facendo e cercando la loro assistenza. Sono stati tutti fantastici. Poi parlando con i nostri alleati altrove in altri luoghi non li ho sentiti altrettanto disponibili. I britannici, i francesi, i tedeschi devono capire che quello che gli americani hanno fatto ha salvato vite anche in Europa!».
A quanto sembra, ha deciso di assecondare l’ala più intransigente dei suoi consiglieri, dando l’ordine di attaccare ed uccidere il comandante delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, che rappresentava la figura chiave delle strategie militari, perché «Il generale Soleimani stava preparando nuovi attacchi. — ha detto — Il suo regno di terrore è finito». Ha poi aggiunto, parlando per la prima volta in pubblico dopo il raid «non abbiamo ucciso Soilemani per un cambio di regime o per iniziare la guerra. Ma siamo pronti a qualunque risposta sia necessaria. Il futuro dell’Iran appartiene al popolo che vuole la pace, non ai terroristi».