Costa d’Amalfi. I sapori del passato: dalla colazione a Maiori alla zuppa di cozze a Positano
Guardando tutte queste trasmissioni televisive dedicate alla cucina ed alla preparazione di piatti della nouvelle cuisine o cucina rivisitata, la mente corre a decenni addietro agli albori del turismo in costa d’Amalfi.
Si sedevano ad un ristorante i turisti provenienti dal nord dell’Italia e assaggiavano i famosi spaghetti alle vongole per la prima volta: chi pretendeva una spruzzata di formaggio, chi rifiutava il piatto perché aveva l’odore ed il sapore dell’aglio. Il cuoco doveva fare i salti per accontentare tutti, fin quando non si decise che quella era, nolente o dolente, la cucina.
Ricordo che si fermavano a Minori per la seconda colazione, provenienti da qualche riunione salernitana gli albergatori di Praiano e Positano , dove alla trattoria “add’o Capurale” gustavano la zuppa di cozze senza gusci ma con l’aglio oppure gioivano davanti ad un piatto di “birboni alla puttanesca ben piccanti” o ad un pezzo di “baccalà e patate in tortiera” (due strati di patate tagliate rotonde e due strati di baccalà tutto condito al punto giusto) o ad un trancio di pesce castagno ai ferri o al forno categoricamente senza limone perché si rovinava il sapore; anche un piatto di ricci al ragù di salsicce o delle alici in tortiera non venivano affatto rifiutate.
Questi erano per lo più i piatti che venivano consumati, con un bel fritto di alici con cipolla cruda e pepe e sui quali scendeva allegramente o un “rosso di Ravello o Tramonti ” o un bianco di Ravello o Furore.
Spesso si finiva con un pasticciotto Atranese con un pezzo di sproccolata o una fetta di melanzana alla ciocciolata di Maiori. Altri tempi che sembrano ritornare rivisitati, ma non troppo.