L’ottava piaga – Locusts: The 8th Plague – Invasione di 200 miliardi di locuste in Africa!
Mentre la Cina, la Corea del Sud e l’Italia sono alle prese con il coronavirus Covid-19, l’Africa orientale è alle prese con uno sciame di locuste da 200 miliardi di esemplari che sta distruggendo le coltivazioni. La fascia geografica interessata da questa “piaga” è quella del Sahel, tra Burkina Faso, Niger e Mali che da anni vive una situazione di instabilità dovuta al terrorismo islamista che ha provocato sfollamenti e conseguenti crisi alimentari in aree già molto povere. L’Africa guarda con preoccupazione a questo 2020 tanto quanto noi la crisi economica che potrebbe seguire il coronavirus o meglio la paura ingiustificata per certi versi che sta prendendo tutti noi. Mercoledì la Fao ha annunciato che il Sud Sudan è ormai il settimo paese dell’Africa orientale a essere stato colpito dall’emergenza locuste, un Paese i cui abitanti già patiscono gli effetti della carestia provocata dalla guerra civile! Partito dallo Yemen lo scorso luglio, lo sciame di locuste ha raggiunto e devastato Somalia, Gibuti, Etiopia e Kenya, mentre i primi insetti sono arrivati anche in Uganda e Tanzania. La Fao ha confermato che ad entrare in Sud Sudan dalla località meridionale di Magwi, al confine con l’Uganda, sono stati circa 2mila insetti adulti dal colore giallo in cerca di luoghi in cui depositare le uova. Il governo sta addestrando la popolazione a spruzzare i pesticidi, il cui intenso utilizzo peraltro rischia di avere conseguenze pesanti sui terreni.“Save the Children” lancia l’allarme malnutrizione in Sud Sudan per 1,3 milioni di bambini. Decisiva dunque sarà la mobilitazione dei donatori internazionali, ma per ora la Fao ha ricevuto solo 21 milioni di dollari dei 76 richiesti, necessari per potenziare gli interventi di spruzzatura aerea di pesticidi. In 24 ore uno sciame è in grado di percorrere fino a 150 chilometri e mangiare la stessa quantità di cibo di 35mila persone. Entro giugno il numero degli insetti rischia di moltiplicarsi di 500 volte, invadendo altri Paesi dell’Africa orientale. Una vera sfida logistica in zone remote e difficilmente raggiungibili.
info www.fao.org
(le foto nell’articolo sono tratte dal web)
a cura di Luigi De Rosa