Moby Prince: restituiti oggetti ai familiari delle vittime. Nel disastro morì anche Angelo Picone di Piano di Sorrento

9 febbraio 2020 | 11:19
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Moby Prince: restituiti oggetti ai familiari delle vittime. Nel disastro morì anche Angelo Picone di Piano di Sorrento

La Polmare di Livorno ha restituito uno scatolone contenente diversi oggetti recuperati dopo il disastri del Moby Prince, avvenuto ventinove anni fa. La sera del 10 aprile 1991, infatti, il Moby Prince entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo al largo del Porto di Livorno: un enorme rogo si generò e morirono 140 persone, tutte tranne un giovane mozzo napoletano di nome Alessio Bertrand.

Si tratta della più grave tragedia che abbia mai colpito la Marina mercantile italiana. Tra le vittime anche un giovane di Piano di Sorrento, Angelo Picone, il quale viene ricordato ogni anno dall’amministrazione locale con un minuto di silenzio.

Tra gli oggetti riconsegnati alle famiglie vi sono diversi orologi, sia maschili che femminili, occhiali, biglietti d’albergo, e persino una fotografia a colori che ritrae un gruppo di giovani in barca. Giovani la cui identità è attualmente ancora ignota.

Lori Rispoli, dell’associazione #iosono141, perse nel tremendo incidente la sorella Liana. “In questi oggetti ci sento l’odore del traghetto – ha detto Rispolia Livorno Today – e toccare con mano questi oggetti è una cosa unica. Questa è una foto con delle donne in barca, è completamente intatta, ci sono un paio di occhiali che sono integri: tutto ciò vuol dire che il calore non li ha raggiunti e questo mi lascia molto da pensare.

Con l’aiuto del Comune avrei intenzione di organizzare una mostra per poterli far vedere a tutti i familiari, mentre una parte di questi oggetti vorrei consegnarli all’armadio della memoria, a Firenze, dove sono già esposti cimeli della strage di Viareggio e del Moby. In questo modo il ricordo dei nostri cari rimarrà sempre vivo nel tempo e nessuno si dimenticherà mai di quella strage”.

Ricordiamo che su quella strage aleggiano tante ombre, soprattutto per quanto riguarda i tempi dei soccorsi. Soltanto dopo quasi 27 anni è stata pubblicata la relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta.