Oggi la Chiesa festeggia Santa Brigida d’Irlanda
La devozione per Brigida in Irlanda è seconda solo a quella per S. Patrizio (17 mar.). Per molti aspetti essa appartiene a quel genere di figure senza dubbio storicamente esistite, ma la cui vita è stata tramandata in forme che miravano esclusivamente ad aumentarne la fama piuttosto che a ricordarne gli atti. Per altri elementi più specifici della sua venerazione, la sua figura si collega, poi, alle credenze dell’Irlanda precristiana.
La data di nascita è da fissarsi probabilmente intorno alla metà del v secolo, e una tradizione ne fissa il luogo in Fochairt, nei pressi di Dundalk. Secondo le datazioni tradizionali riferite alla santa e a S. Patrizio, Brigida avrebbe avuto sei anni al momento della morte del santo; è probabile che, seguendo un’usanza allora comune, si sia consacrata a Dio in tenera età. Secondo numerose narrazioni avrebbe ricevuto il velo dalle mani di altri santi, sarebbe stata addirittura consacrata vescovo, o avrebbe ricevuto il pallium, ma i primi due episodi sono puramente convenzionali, mentre l’ultimo è un ulteriore esempio del desiderio di tributare alla santa, o piuttosto alla sua chiesa di Kildare, il massimo degli onori.
È conosciuta come badessa di Kildare, un monastero situato a circa sessanta chilometri a sud ovest di Dublino, che ospitava sia uomini che donne, del tipo di quelli che sorsero in Francia, Spagna e Inghilterra e anche in Irlanda nel v secolo, dopo la morte di S. Patrizio. Tale era l’abbazia di Whitby nello Yorkshire, di cui fu badessa S. Ilda (17 nov.). Era abbastanza comune che la badessa fosse superiora di entrambi i rami: questo dato, più che un’interessante indicazione della condizione delle donne nella Chiesa celtica, è riflesso del più alto rango sociale delle monache, che comportava, per esempio, l’avere dei monaci che facessero i lavori manuali per fornire loro il cibo e che attendessero ai servizi liturgici.
Non c’è quindi niente di straordinario nel fatto che Brigida fosse superiora del monastero doppio di Kildare, la cui esistenza (anche se non si può fissare la data esatta della fondazione) può comunque essere accettata come fatto storico e come opera significativa della santa: è infatti trattata come tale nella più antica e più “biografica” delle sue Vite, quella del Cogitosus scritta nel VII secolo; non è così invece in altri e più fantasiosi racconti.
Secondo antiche Vite, Brigida esercitò una peculiare influenza sulle chiese celtiche, le quali ripresero le strutture tribali pagane e rimasero così maggiormente refrattarie all’influenza delle culture mediterranee e mediorientali che, allora come oggi, condizionarono le strutture della Chiesa occidentale e furono più riluttanti ad accordare posizioni di prestigio alle donne. Nelle province dell’impero romano (che non si estese mai all’Irlanda), la Chiesa tendeva ancor più a imitare e a ereditare la pompa e la cerimonia della vita imperiale di corte, cosicché le biografie dei suoi campioni ne esaltavano la ricchezza e il potere, laddove le Vite di santi celtici miravano a metterne in risalto le qualità pastorali. Il racconto che dipinge Brigida mentre dona la spada del padre a un lebbroso sottolinea che la sua autorità spirituale risiedeva non nel potere e nell’aggressività ma nella misericordia e nella compassione. La proporzione delle donne sante rispetto agli uomini è notevolmente maggiore nei primi martirologi irlandesi (come quello di Gorman) che in quelli di altri paesi. Le donne erano inoltre associate al ministero sacerdotale a un livello che scandalizzava i vescovi continentali del VII secolo, i quali giudicavano il fatto che delle donne «prendessero il calice e amministrassero il sangue di Cristo alla gente un’innovazione e un’inaudita superstizione».
I racconti della vita della santa tendono, come fanno del resto molte Vite celtiche e altre medievali, a seguire un modello ricavato dai racconti evangelici della vita di Gesù: la sua nascita fu preannunciata da un druido ed ella ebbe venerabili guide nelle persone di S. Maccaille e S. Mel, proprio come Gesù, che fu annunciato da Giovanni Battista e guidato dallo Spirito Santo e dagli angeli; la santa divenne essa stessa consigliera spirituale e guida per altri, radunando discepoli intorno a sé, in modo corrispondente al ministero pastorale di Gesù; le sono attribuiti miracoli che, come nel caso di Gesù, sono in notevole misura risposte ai bisogni dell’uomo piuttosto che dimostrazioni di potenza divina. Le sono state attribuite anche personali “nozze di Cana”, naturalmente in termini locali, quando nel Meath «spillò birra da un solo barile per diciotto chiese, in quantità tale che bastò dal Giovedì Santo alla fine del tempo pasquale» (Breviario di Aberdeen). Questo episodio si riflette nella deliziosa “preghiera di Brigida”:
Vorrei un lago di birra per il Re dei Re
Vorrei che la famiglia celeste fosse qui a berne per l’eternità […]
Vorrei che ci fosse allegria nel berne
Vorrei anche Gesù qui.
Questi episodi, così come sono narrati nelle Vite, rivelano una certa affinità con la vita di Gesù: se da un punto di vista formale essi paiono convenzionali, lo scopo che vi sta sotto è invece ricco di significato.
Per sottolineare questo messaggio vengono anche utilizzati dei simboli: l’associazione della santa col fuoco significa che ella visse alla presenza di Dio (si narra che dal luogo in cui la santa dormiva da bambina si levasse un fuoco verso il cielo). Il suo emblema contiene una fiamma, che riflette la tradizione del fuoco perpetuo coltivata nella clausura dell’abbazia da lei e dalle sue suore a Kildare: dopo la morte, così prosegue la leggenda, la santa tornava ogni venti notti a prendere il proprio posto nel turno di veglia. Gerardo del Galles nel m secolo ne parla così: «Sebbene ai tempi di Brigida vi fossero li venti serve di Dio, dalla sua morte in poi ve ne furono sempre solo diciannove, essendo Brigida stessa la ventesima. Ciascuna ha il proprio turno, ogni notte, nel controllare il fuoco. Quando giunge la ventesima notte, la diciannovesima suora mette il ceppo vicino al fuoco e dice: “Brigida, controlla il fuoco. Questa è la tua notte”. In questo modo il fuoco viene lasciato li, e il mattino successivo il legno è arso come al solito e il fuoco è ancora acceso».
Numeri particolari sono associati a Brigida (come pure ad altri santi celtici): tre angeli apparvero al suo battesimo, a rappresentare forza speciale e intimità con Dio e quattro furono i malati guariti da lei in una chiesa, a rappresentare la pienezza, come le quattro stagioni o i quattro punti cardinali. Nelle sue leggende compaiono anche animali così come si trovano nel folklore celtico: nell’episodio probabilmente meglio conosciuto, un racconto tradizionale che coinvolge una volpe — simbolo di intelligenza e ingenuità — viene utilizzato per mostrare la bontà e la compassione della santa. Un pazzo uccide la volpe addomesticata del re; il re minaccia di mettere a morte il colpevole e di ridurre in schiavitù la sua famiglia se la volpe non gli viene sostituita con un’altra altrettanto intelligente. La vicenda giunge alle orecchie di Brigida che, recandosi in fretta a corte, incontra sulla strada una volpe che balza nel suo carro e si sistema tra i suoi abiti. Giunta a corte, la volpe si mostra in possesso delle stesse abilità di quella morta e il re, addolcitosi, risparmia la vita dell’uomo. Il tema della bontà si estende felicemente anche alla volpe, che può tornare nella foresta venendo risparmiata da altre artificiose esibizioni.
La gentilezza e la bontà della santa mitigarono anche il suo atteggiamento verso le regole, un tratto che la rende simile a S. Patrizio. Cogitosus narra che quando Brigida si recò a far visita al vescovo Ibar, costui «pur essendo molto contento dell’arrivo della santa, non aveva cibo da offrire all’ospite se non pane secco e carne di maiale. Così il vescovo Ibar e S. Brigida mangiarono pane e bacon durante il digiuno quaresimale prima della Pasqua».
Egli inoltre riferisce che quando due monache di Brigida si rifiutarono di mangiare carne durante il digiuno quaresimale, subito le loro porzioni si trasformarono in serpenti come monito per il loro atteggiamento eccessivamente rigido. L’aiuto della santa era richiesto anche per migliorare le relazioni matrimoniali: «Giunse là un uomo sposato che desiderava dalla santa una benedizione dell’acqua con cui egli intendeva aspergere la moglie, dalla quale era odiato. Brigida benedisse l’acqua e dopo che, assente la sposa, il marito asperse la casa, il cibo, le bevande e il letto, proprio da quel giorno la moglie lo amò profondamente per tutta la vita».
La benedizione della santa era anche una potente protezione contro i pericoli: un vescovo che stava conducendo con grande velocità il suo carro, «guardando in basso verso le ruote, vide che mancavano gli acciarini. Si precipitò giù dal carro e, toccata terra, ringraziò Dio e benedisse S. Brigida, essendosi ricordato che la santa aveva benedetto il veicolo».
La fiamma perpetua, che le monache di Kildare conservarono per molti secoli in onore del fuoco che si levò dal luogo in cui Brigida dormiva, ha probabilmente la sua origine nella dea Brigida, il cui culto era praticato in quel medesimo luogo da sacerdotesse (la cui superiora prendeva il nome della divinità) molto prima che Brigida nascesse. La dea Brigida era la divinità della conoscenza e della vita, ma anche del fuoco, della saggezza e del focolare, ed era rinomata come madre dei poeti; aveva due sorelle, anch’esse chiamate Brigida, che erano le patrone della salute e della metallurgia. Tutti questi attributi finirono per essere associati alla badessa Brigida, la cui festa è celebrata lo stesso giorno in cui cadeva quella della dea, cioè nella data di Imbolg, la festa pagana di primavera.
Una sorgente situata in luogo ameno fuori dalla città di Kildare, ora arricchito con le stazioni della Via Crucis, conosciuta come la Fonte di S. Brigida, era probabilmente un luogo sacro ai druidi. Sotto molti aspetti quindi la santa segna un punto di transizione tra paganesimo e cristianesimo, riprendendo molto dell’antica religione senza intolleranza o persecuzione e affondando le proprie radici nella terra e nelle stagioni. Si è ipotizzato che le “monache e le sante” di Kildare si ricolleghino a un collegio di donne che prima attendeva al santuario della dea Brigida ivi situato. Kildare, Cill Dara, significa «cella della quercia»; in essa infatti vi è un altare che poggia su una trave di legno massiccio a cui furono attribuiti poteri miracolosi; il Cogitosus la descrive come «attualmente fresca e verde».
Altri elementi delle leggende associate alla santa la vogliono partecipe delle sconosciute origini del cristianesimo d’Irlanda, alla pari dei saggi irlandesi presenti sul Golgota “in spirito”, sicché non ci fu mai un periodo in cui il cristianesimo non abbia fatto parte della cultura dell’isola. Si racconta che Brigida sia stata allevata da druidi. Un giorno una colomba bianca la condusse in un luogo desertico, dove assistette come levatrice alla nascita del Santo Bambino e pose sulla sua fronte tre gocce d’acqua per unirlo alla terra. In questa storia compaiono anche animali: siccome le mucche, arse dalla sete, non potevano produrre latte, Brigida cantò loro le “poesie del paradiso” e il latte cominciò a scorrere copiosamente per il Bambino.
Per questo episodio ella è stata paragonata in parte alla dea Artemide, che fu levatrice a Leto alla nascita di Apollo, in parte alla dea nordica Briganzia e in parte alla celtica Brigida.
Si tramanda inoltre che S. Brigida godrà di una seconda vita in cui, unica tra i santi, ritornerà per legare i capelli di Cristo e lavarne i piedi, e forse addirittura per esserne la sposa. In tutto ciò pare che abbia ripreso le caratteristiche della gnostica Sophia, la Sapienza, mentre per altri aspetti è vista come una reincarnazione della Vergine Maria: col titolo di “Madre del gaelico”, è lodata nei termini suggestivi della donna vestita di sole di Ap 12, comunemente intesa come un’allusione a Maria: «Brigida donna sempre eccelsa / scintillante fiamma dorata / guidaci al regno eterno / il sole abbagliante e scintillante».
Nel suo emblema ella appare di fianco all’immagine del fuoco, con una croce a quattro braccia intrecciata con fili di paglia, che si riteneva proteggesse gli edifici dal fuoco. Anche la vicenda sottostante a questo particolare enfatizza la bontà e la compassione della santa: ella infatti fece la croce con paglia presa dal pavimento mentre stava accudendo un capo pagano malato.
Quando il malato si svegliò e le chiese la ragione di quella croce, ella gli narrò la storia del Calvario ed egli ne fu talmente colpito che contemporaneamente si convertì e riacquistò la salute. Le Croci di S. Brigida sono ancora prodotte in tutta l’Irlanda e alla vigilia della sua festa vengono collocate nelle case e in altri edifici.
Alla metà del IX secolo Donato, il vescovo irlandese di Fiesole (ca. 826ca. 877) scrisse una Vita di Brigida in esametri latini. Egli era uno dei molti pellegrini irlandesi che si stabilirono in uno dei santuari situati sulla strada per Roma; donò una chiesa a Piacenza per il monastero di Bobbio, facendovi costruire in seguito un ricovero per pellegrini irlandesi, antecedente della famosa chiesa di S. Brigida. A giudicare dai manoscritti, il circolo di Sedulio “Scoto” di Liegi (ix sec.), che veniva dall’Irlanda, nutriva una particolare devozione per la santa di oggi.
Chiese a lei dedicate erano conosciute a Fosses, Liegi, Colonia, Henndorf (vicino a Salisburgo), in tutta la Bretagna e a Piacenza. Esistono ancora pellegrinaggi in suo onore a Fosses e Amay in Bretagna. Scrivendo alla fine del mx secolo, mons. Guérin afferma che a Fosses, nella diocesi di Namur, i contadini erano soliti prendere, il primo giorno di febbraio, baguettes benedette e toccare con esse gli ammalati. Il Liber hymnorum irlandese contiene due inni latini e due irlandesi in suo onore; nel Black Book of Camarthen del MI secolo si legge un’invocazione in gallese: «S. Brigida, custodiscici nel nostro viaggio». Engo il Culdeo ha il seguente distico (citato in The Irish Saints): «Brigida: gentile, forte, degna di lode, casto capo delle monache d’Irlanda».
MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Kildare, in Irlanda, santa Brigida Vergine, che in prova della sua verginità, avendo toccato il legno dell’altare, lo fece diventare subito verde.