Punta Campanella, un bip salverà i delfini dalle reti dei pescatori

22 febbraio 2020 | 09:27
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Punta Campanella, un bip salverà i delfini dalle reti dei pescatori
Punta Campanella, un bip salverà i delfini dalle reti dei pescatori
Punta Campanella, un bip salverà i delfini dalle reti dei pescatori

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.) insieme ad un ampio partenariato  tra cui il Parco Marino di Punta Campanella, ha elaborato il progetto “Life Delfi” per ridurre le interazioni delle attività di pesca con i delfini e poter raggiungere un duplice obiettivo: salvaguardare i cetacei e limitare le perdite economiche dei pescatori. “Life Delfi” è cofinanziato dall’Unione Europea, ed è stato avviato con il primo incontro operativo a Roma presso la sede del CNR alla presenza dei rappresentanti dei nove enti coinvolti: Aree marine protette delle Isole Egadi; di Punta Campanella (Massa Lubrense); di Tavolara, di Punta di Coda Cavallo e di Torre del Cerrano), il Blue World Institute of Marine Research and Conservation, Legambiente Onlus e Filicudi WildLife Conservation, insieme alle Università degli di Studi di Padova e Siena. Il Did (Dissuasore interattivo per delfini) è un apparecchio in grado di tenere i delfini lontani dalle reti, grazie a una tecnologia che interagisce con il loro sistema di eco-localizzazione ma non costituisce un pericolo per questi animali. Il suo utilizzo, come ha spiegato il direttore dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, Antonino Miccio, al giornalista del Corriere del Mezzogiorno (ediz. del 22/02/2020) sarà impiegato nei porti, su reti a posta lunga, tramagli, e palangari e può operare a una profondità tra i 10 e i 200 metri. Il fenomeno del bay catch (la cattura accidentale nelle reti di animali marini di nessun valore commerciale) è responsabile di un vero e proprio eccidio di tartarughe e delfini come denunciato più volte dal Wwf, si spera con questa tecnologia di salvare la vita ai delfini senza dimenticare che questo potrebbe essere solo un palliativo in quanto, facendo nostre le osservazioni di alcuni biologi marini (Barbara Mussi, Oceanomare – Delphi) c’è da capire se l’avvicinamento alle reti da parte di questi animali marini non sia dovuto all’impoverimento dei nostri mari, sono molti infatti i delfini sottopeso, magri, alcuni con le costole ben evidenziate osservati e fotografati nei nostri mari che sembrano darci conferma di tutto questo.
a cura di Luigi De Rosa

A chi desidera approfondire ulteriormente questa notizia consiglio “In acqua a Punta Campanella…”di Fabrizio Geremicca sul Corriere del Mezzogiorno del 22 febbraio 2020; e “Salvare i delfini…” di Mauro De Riso su La Repubblica del 21 febbraio 2020)
(le foto a corredo dell’articolo sono tratte dal web)