Sant’Agnello, vicenda Housing sociale: convalida sequestro, ancora non si sa nulla -VIDEO
Tiene banco in questi giorni la vicenda legata all’housing sociale di Sant’Agnello. Dopo la notizia del sequestro preventivo della struttura, a pochi giorni dalla sua inaugurazione ha scosso gli ambienti.
L’indagine della Procura è partita da una serie di denunce presentate dalle associazioni ambientaliste. Sulla complessa vicenda c’era stata anche una interrogazione parlamentare del Movimento 5 Stelle a firma Carmen Di Lauro.
WWF e Italia nostra hanno ribadito la loro soddisfazione in seguito al provvedimento, chiarendo però quanto segue: “Le associazioni si rammaricano per coloro che hanno investito i propri risparmi nell’acquisto di un alloggio nel cosiddetto “housing sociale” di Sant’Agnello ma, nel contempo, non possono fare a meno di evidenziare che criticità ed irregolarità nell’intervento di piano casa in corso furono segnalate fin dall’inizio. Anche la provincia di Napoli ebbe a sottolineare il contrasto tra quanto progettato e la normativa paesaggistica”.
Insomma, la legge deve andare avanti, ma dice Sagristani forse si poteva procedere in tempi più consoni, magari provvedendo al sequestro non solo a quattro giorni dall’inaugurazione. La consegna ufficiale delle chiavi ci sarebbe dovuta essere domani, sabato 22 febbraio. La situazione, difatti, è ancora in sospeso: sono passate le 48 ore di rito e la convalida del sequestro non c’è stata. D’altra parte, il sindaco Sagristani e l’ingegner Elefante hanno affermato che sia stato tutti eseguito secondo la norma di legge; idea opposta a quella delle associazioni ambientaliste. C’è da dire che in casi analoghi come a Sorrento, col ricorso al Tar Campania a Napoli, è Castellammare di Stabia l’opera non si è fatta neanche iniziare salvando così il verde o problemi successivi come in questo caso. Ma dura l’ex, sed l’ex. Giusto e doveroso procedere ove si ravvisi o reati.
A noi preme pensare anche a quelle persone che hanno investito il loro denaro e le loro speranze e ora si trovano in una situazione assurda. L’aspetto umano non può non essere slegato da tutta la vicenda. La legge, però, deve andare avanti: se l’opera non è stata eseguita a norma di legge il provvedimento è più che giusto, anche se le tempistiche potevano essere diverse, come detto. Bastava fare un ricorso al Tar e l’opera non sarebbe mai nata, come a Sorrento, forse. Certo da due anni l’avvisaglia di tempeste ci sono state, ci si poteva anche aspettare quel che è successo.
Cosa succederà ora? Potrebbero esserci altri avvisi di garanzia, l’opera potrebbe essere acquisita dal Comune e decidere se abbattere o meglio destinata a case popolari, venendo purtroppo meno i diritti degli attuali acquirenti, oppure si riesce a dimostrarne la legittimità e tutti vanno negli alloggi acquisiti.