“Save the blue lizard”, lunga vita alla lucertola azzurra!

13 febbraio 2020 | 20:49
Share0
“Save the blue lizard”, lunga vita alla lucertola azzurra!

Save the blue lizard” è il grido d’allarme lanciato dall’associazione “L’Amo di Capri” che intende sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio di estinzione della lucertola azzurra di Capri, animale simbolo dei Faraglioni. Purtroppo l’antropizzazione dei nostri territori sta drammaticamente portando al rischio estinzione molte specie autoctone. La lucertola azzurra, Podarcis siculus coeruleus, fa parte di questo drammatico elenco. A queste lucertole campestri endemiche è stato dedicato alcuni anni fa anche uno splendido docu-film che vi invito a cercare su You Tube dal titolo “La lucertola azzurra” del regista Ivano De Simone su racconto di Francesco Del Franco, bibliofilo e alpinista. La lucertola azzurra è rettile dalla corporatura elegante dalla particolarissima colorazione azzurra/verde sulla gola, sul ventre, sui fianchi e sul sottocoda. La pigmentazione del dorso invece è nera, la lingua piatta bifida, e gli occhi sono muniti di palpebre mobili con pupille rotonde prevalentemente insettivoro e territoriale, non è raro infatti assistere a combattimenti tra maschi (fonte descrizioni del medico naturalista Ignazio Cerio Jr (1870) e dell’erpetologo tedesco Theodor Eimer (1872). Nel 2015 inviati della BBC vennero a documentarne l’esistenza, e così come per le lucertole di punta Licosa (in Cilento) e di Vetara (in penisola amalfitana) articoli scientifici sono stati pubblicati sull’importante rivista “Discovery Wildlife“. Questi piccoli rettili sono diventati famosi in ambiente accademico grazie ad uno studio condotto dall’equipe della Federico II di Napoli, coordinata da Domenico Fulgione e da Gabriele de Filippo, biologo della conservazione e fotografo, membro della Commissione Educazione e Conservazione dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). L’intento di queste ricerche, svolte all’interno del progetto Sguardo sulla Campania – Biodiversità per il 2020, è stato quello di approfondire la conoscenza di queste specie specifiche di alcune zone d’Italia. Attraverso la vetrina internazionale della BBC, gli studiosi hanno così potuto esporre anche la teoria della Sindrome Insulare Inversa, secondo la quale “le condizioni ambientali delle piccole isole, altamente imprevedibili, favoriscono strategie evolutive che intensificano gli investimenti delle risorse verso la riproduzione, l’aggressività e la competizione sessuale”. Difatti le lucertole azzurre di Capri sono sicuramente tra le più aggressive ed il loro particolare colore potrebbe dipendere proprio da questo aspetto. I Faraglioni di Capri a pensarci bene hanno, nel loro piccolo, la stessa importanza naturalistica delle “Isole Galapagos” studiate da Charles Darwin, per questo vanno indiscutibilmente tutelati. In altre parole, basta al passaggio continuo, assordante e inquinante di natanti di tutte le dimensioni intorno ai Faraglioni che stressano l’esistenza di queste povere bestiole e non solo la loro, questo pianeta non appartiene alla nostra specie! Vi lascio con questa riflessione per i meno sensibili tra noi: quando Capri e le due costiere saranno diventate un’unica colata di cemento senza più un agrumeto, un albero, un cespuglio e il mare sarà plastica e scarichi puzzolenti, siete proprio sicuri che i turisti continueranno a venire da noi? E a noi della nostra amata terra cosa sarà rimasto?
a cura di Luigi De Rosa
(foto tratta dal web)