Agerola, commemorazione del Disastro di Balvano

3 marzo 2020 | 18:40
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Agerola, commemorazione del Disastro di Balvano
Agerola, commemorazione del Disastro di Balvano
Agerola, commemorazione del Disastro di Balvano

Agerola, sulla Costiera amalfitana , ha ricordato con la cerimonia di commemorazione delle vittime il disastro di Balvano. Il sindaco di Agerola Luca Mascolo ha deposto una corona di alloro nel luogo dedicato alle vittime del più grave incidente ferroviario mai avvenuto in Italia e tra i più gravi al mondo per numero di vittime. “Ricordare questa immane tragediaserve ad onorare la memoria di tutti quelli che, con coraggio, hanno valicato i confini della propria terra nel tentativo di garantire prosperità per sé e per le generazioni future e che purtroppo non sono riusciti mai a coronare questo sogno di riscatto”- aggiunge il primo cittadino.

Agerola commemorazione Balvano
Sciagura del treno 8017
Luogo: Galleria delle Armi, Balvano
Data: 3 marzo 1944
Incidente ferroviario
Morti: oltre 600 secondo le testimonianze dell’epoca. Quelli identificati sono 438, cinque erano di Agerola. Solo 90 furono i sopravvissuti, alcuni dei quali riportarono danni cerebrali permanenti.

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LA STORIA – Il disastro di Balvano fu un incidente ferroviario avvenuto il 3 marzo 1944 nella galleria “Delle Armi” nei pressi della stazione di Balvano-Ricigliano, in provincia di Potenza. È anche conosciuto come “Sciagura del treno 8017” dal numero del convoglio coinvolto. Secondo i dati forniti dal Consiglio dei ministri, la tragedia provocò 517 morti, benché le stime siano tuttora oggetto di discussione e il numero potrebbe essere maggiore, arrivando a oltre 600 vittime. Il disastro di Balvano è il più grave incidente ferroviario per numero di vittime accaduto in Italia e uno dei più gravi disastri ferroviari della storia.

Le cause della tragedia furono molteplici: la giornata era poco ventosa, per cui la galleria non godeva della normale ventilazione naturale, e l’umidità della foschia notturna aveva bagnato i binari, rendendoli scivolosi e ardui da percorrere per un treno così pesante. A questi si affiancava la mancata vigilanza delle autorità competenti, che avevano improvvidamente tollerato il sovraccarico del treno e la presenza a bordo di viaggiatori clandestini.

Inoltre, per una serie di cause concorrenti, il treno era stato composto con due locomotive in testa, invece che con una in testa e una in coda come nelle composizioni tipiche. Essendo rimasti fuori dalla galleria gli ultimi due vagoni, aver posto le locomotive separatamente una in testa e una in coda avrebbe potuto contribuire a evitare la tragedia dal momento che la quantità di gas di monossido di carbonio sarebbe potuta essere decisamente minore.

Soprattutto però la responsabilità della tragedia venne imputata alla scarsa qualità del carbone fornito dal Comando Militare Alleato. Questo carbone, di qualità nettamente inferiore a quello tedesco usato in precedenza, conteneva molto zolfo, che genera il solfuro di carbonile quando brucia in forte difetto d’aria e in presenza dell’ossido di carbonio.

Mancando un efficiente drenaggio dei fumi, all’apertura della bocca di lupo del forno, i gas ritornavano in cabina, intossicando il personale e rendendo difficile la regolazione del forno, una situazione che poteva causare improvvisi cali di pressione alla caldaia. Senza uno stretto controllo dell’alimentazione, la capacità di trazione scadeva notevolmente, fino a far fermare la macchina in salita e a rendere impossibile la compensazione dello slittamento sulle rotaie.

Agerola, commemorazione del Disastro di Balvano