Approvato il nuovo decreto: chiusura Lombardia e altre 14 province. Scatta la paura e tutti ritornano al Sud

8 marzo 2020 | 08:12
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Nella notte il presidente del Consiglio Conte ha tenuto una conferenza stampa, indispensabile dopo una lunga giornata piena di dubbi generati dalla diffusione di una bozza del decreto del governo. “E’ necessario chiarire quel che è successo, una cosa inaccettabile: un dpcm, che stavamo formando a livello di governo per regolamentare le nuove misure che entrano in vigore subito, lo abbiamo letto su tutti i giornali. Ne va della correttezza dell’operato del governo e della sicurezza degli italiani. Questa pubblicazione ha creato incertezza, insicurezza, confusione e non lo possiamo accettare”.

Conte ha spiegato di aver raccolto sino alle 19 le indicazioni e i pareri dei ministri competenti e presidenti di regioni, ma l’iter non era completato”.

Ci sarà una zona con regole più rigorose che riguarderà l’intera Lombardia e poi le province di Modena, Parma, Piacenza,Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli,Padova, Treviso e Venezia. Qui fino al 3 aprile – per fare solo due esempi – saranno limitati i movimenti, salva la possibilità di rientrare a casa propria, e i bar e i ristoranti dovranno chiudere alle 18 e per il resto della giornata garantire distanze di almeno un metro. Conte ha spiegato che non è un “divieto assoluto“, e che “non si ferma tutto“, non si bloccano treni e aerei: sarà possibile muoversi per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute. Ma la polizia potrà fermare i cittadini e chiedere loro perché si stiano spostando in territori dove la crescita dei casi di contagio porta il governo a disporre misure mai così restrittive.

Nel decreto finale ce ne sono anche alcune generalizzate per tutta Italia, tra cui lo stop a pub, discoteche, sale gioco e manifestazioni di cinema e teatro. Chi ha 37,5 di febbre è invitato a restare a casa, chi è in quarantena ha il divieto assoluto di uscire.

– L’APPELLO DEI SINDACI DELLA PENISOLA SORRENTINA E COSTIERA: Tutti coloro che stanno rientrando dalle zone critiche per l’emergenza coronavirus sono tenuti ad avvisare gli uffici Asl competenti ed il Comune per attivare, se necessario, i dovuti protocolli sanitari atti a limitare il rischio di contagio. Seguire le norme prescritte dal Governo e dalla Regione è un atto di responsabilità nell’interesse di tutti i cittadini.