IL CAMPIONATO PIU’ LUNGO DELLA STORIA.GRAVINA AL CONFRONTO CON IDEE E PROBLEMI
Il calcio che conta chiede vergognosamente un aiuto finanziario al governo per le società in diffioltà economica ma nello stesso tempo deve fare i conti con diverse idee per la ripresa del campionato e le strategie politiche di gestione sportiva di alcuni presidenti.La Lazio e il Napoli pronti a riscendere in campo e De Laurentiis blocca la fuga dei suoi calciatori migliori. Tante idee ma nulla di fatto. Molti calciatori sono ancora positivi e ontinuano i controlli COVID 19 in tutte le squadre. Gravina oggi parla di una serie A light con un numero limitato di squadre e non con la parteipazione di 22 formazioni. Problemi di vario tipo oggi colpiscono un settore che sembrava navigare nell’oro ma che deve cominciare ad effettuare una riforma globale partendo dai campionati minori. Le garanzie sono nulle per un futuro tranquillo e contrattuale per tanti calciatori nel mondo della serie C e nelle categorie dilettantistiche.
SENZA LA RIFOMA DEI CAMPIONATI DAI DILETTANTI AL CAMPIONATO DI SERIE A
CALCIO DESTINATO A UNA CRISI NERA E PROFONDA SENZA PRECEDENTI
“Una serie A a 22 squadre? Sarebbe un campionato ingestibile”:
lo dice il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina,intervenuto a SkySport. “Di ipotesi ne sono state fatte tantissime, ma la stella polare sono le nostre norme, e non è facile modificare il format dei campionati”, ha aggiunto parlando dello stop ai campionati per l’emergenza coronavirus e degli scenari per la ripresa, tra i quali c’è chi pensa anche a uno stop alle retrocessioni.
“L’ipotesi di passare ad una serie A a 22 squadre – ha proseguito Gravina – dovrebbe confrontarsi con un campionato che probabilmente partirà già in ritardo e dovrà comunque finire a maggio 2021 per l’Europa : mi apparirebbe cosa schizofrenica avere l’esigenza di giocare meno partite e fare una A con 22 squadre. Sarebbe un campionato ingestibile”. “Sono preoccupato per tutto il calcio, la A, la B, la C e il mondo dilettantistico – dice ancora Gravina -. Anzi, comincerei da lì perché è un settore che rischia di perdere oltre tremila società: un disastro”.