Il caso di coronavirus a Eboli uno scandalo. La paziente di Pompei ha contagiato personale sanitario dell’Ospedale. Il Monito di De Luca “Situazione può diventare drammatica”
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Salerno. Il primo caso di Coronavirus all’ospedale di Eboli ha scatenato una valanga di polemiche: «Non appena uscirò dalla quarantena presenterò una denuncia penale» racconta Massimo Coralluzzo, caposala del reparto di Medicina. L’esponente del sindacato Fisi parla di «grave superficialità», perché «la donna era ricoverata al “Campolongo Hospital” ed è stata mandata all’ospedale di Eboli con febbre, diarrea, dolori addominali e difficoltà respiratorie». Protocollo alla mano, la paziente non doveva essere trasferita a Eboli ma andava sottoposta a un tampone al “Campolongo Hospital”. È giunta in ospedale a Eboli, giovedì sera: ce l’ha portata un’ambulanza 118 arrivata da Battipaglia, precisamente dalla postazione di via De Amicis della città capofila della Piana. Non erano stati allertati per un sospetto Coronavirus, la dottoressa del 118 di Olevano sul Tusciano e l’autista e l’infermiere battipagliesi. Invano hanno chiesto informazioni su eventuali contatti con persone del Nord. Poi la paziente è stata a contatto con un medico e un infermiere del pronto soccorso. Nè la paziente né i suoi familiari hanno segnalato di avere un parente con la febbre in Lombardia. Domanda che avrebbero dovuto fare anche il medico e l’infermiere del pronto soccorso. Così non è stato. E il viaggio della signora per i reparti dell’ospedale è proseguito senza alcuna precauzione. «Andava attivata già al Campolongo Hospital la procedura per il Coronavirus», precisa Coralluzzo. L’errore fatto nell’ospedale privato è stato però replicato in Pronto soccorso.
Domande senza risposta. L’unità di crisi convocata ieri pomeriggio da Mario Minervini dovrà chiarire molti aspetti. Il direttore sanitario è a stretto contatto con i primari dell’ospedale e con i caposala dei reparti. A quanto pare, ci sono stati altri errori. Dopo il primo consulto in Pronto soccorso, la paziente positiva al Coronavirus è stata trasferita in Radiologia. Ha fatto la tac, le radiografie ed è tornata in Pronto soccorso: «Alla fine di tutti questi esami è stata ricoverata nel nostro reparto, in Medicina e non in Malattie Infettive», spiega Massimo Coralluzzo. Erano le 19 di giovedì sera. E finalmente qualcuno ha avuto la lucidità di chiedere alla paziente: «Ma lei per caso ha qualche parente che vive o lavora nel Nord Italia?». Il quesito è stato sollevato dalla dottoressa Di Giacomo, l’unica eroina della giornata. Grazie a lei è partito il protocollo contro il Coronavirus. La 72enne di Pompei ha confermato: ha un figlio con la febbre che lavora a Milano e spesso torna a Pompei.
Paura a Battipaglia. A quel punto è calato il gelo nel reparto di Medicina. La paziente è stata trasferita in una stanza in isolamento, mentre i sanitari le praticavano il tampone. Nel reparto la notte è trascorsa insonne mentre l’ambulanziere Armando Cicalese correva verso Napoli con il tampone della signora di Pompei. Nel frattempo, a Battipaglia, per la dottoressa olevanese e i due operatori pure è scattata la quarantena. I tre, però, erano già venuti in contatto con gli addetti della Guardia Medica e del Centro d’Igiene mentale, tutti nello stesso stabile, che è stato sanificato ieri sera, dopo aver appreso del tampone positivo, mentre lo staff della Guardia Medica aspettava in strada. E sono esplosi i malumori.
È davvero sconcertante il livello di irresponsabilità che abbiamo registrato nella vicenda di Eboli. Il trasferimento da una struttura privata di un paziente con patologie respiratorie direttamente in un pronto soccorso senza controllo preventivo, ha determinato una situazione di emergenza e la perdita temporanea di personale sanitario.
C’è da essere indignati.
È l’ennesima occasione per richiamare tutti al senso di responsabilità, a pensare prima di agire, e a non porre in essere comportamenti che possono determinare conseguenze per le comunità.
Non tutti hanno capito che la situazione è seria. E senza la responsabilità di ognuno, può diventare drammatica.