LA JUVE MIGLIORE DI TUTTE LE ALTRE SQUADRE E DELL’INTER SARRI VINCE CONTE FALLISCE L’OBIETTIVO SCUDETTO
La domenica dedicata alle donne si trasforma in una specie di agonia della serie A, un lungo congedo perché il calcio si avvia a fermarsi anche a porte chiuse per l’aggressività del coronavirus dopo il big match Juve-Inter. La diatriba Spadafora-Lega di A per bloccare tutto, dopo avere avallato le porte chiuse, avvelena la mattina, genera confusione e un clima surreale. Parma-Spal ritarda 75′, poi le gare si svolgono in un’atmosfera ovattata, coi giocatori che festeggiano il gol con abbracci, contravvenendo alle regole. E’ difficile giudicare regolari le partite, e le polemiche si trascineranno fino al prossimo consiglio federale. O martedì in consiglio federale “la Figc conferma di andare avanti e se ne assumono la responsabilità, oppure devono commissariare la Lega di A. Io posso dargli una mano, dico solo che tutti quanti devono andare verso la stessa direzione. Non è che il calcio può avere regole diverse dagli altri sport di squadra”. Lo ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò. Anchel’Aic insiste: “Giocato per responsabilità, ma la Serie A va fermata”.
Sul campo si assiste a un harakiri della squadre impegnate nelle volate dell’Europa League con il contemporaneo ko di Milan, Verona e Parma che lasciano al Napoli il sesto posto. Si riavvolge il nastro della lotta per non retrocedere perché la Spal lascia al Brescia l’ultimo posto, avanzano le due genovesi alzando la quota salvezza e mettendo in ambasce il Lecce e il Torino, mentre dopo il pari con la Fiorentina anche l’Udinese non può essere del tutto tranquille. Il derby d’Italia nel deserto dell’Allianz stadium se lo aggiudica la Juventus che batte 2-0 l’Inter e si riporta in testa alla classifica scavalcando la Lazio. Decidono una rete di Ramsey ed una magia di Dybala. Festa in casa bianconera che festeggia il gol della ‘Joya’ con tanto di abbracci e baci (di Buffon all’argentino), nonoistante le prescrizioni per contenere l’emergenza coronavirus.
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Il tonfo più clamoroso è quello del Milan che si arrende al concentrato Genoa ed è difficile non creare connessioni con le diatribe societarie che hanno portato all’addio di Boban, quello diluito di Maldini, Ibra e Pioli, visto che la società vuole ricominciare dalla scommessa Rangnick. Milan molle, va sotto con i gol di Pandev e Cassata. Alla fine Ibra riduce le distanze ma questo ko allontana le speranze europee se la stagione non verrà neutralizzata. Cade con meno colpe il Verona di Juric, che va in vantaggio con Zaccagni (e la complicità di Audero), ha occasione per raddoppiare, ma poi si sveglia la Samp e il suo totem Quagliarella realizza una doppietta con una deviazione e un rigore che consente a Ranieri di fare un bel passo in avanti.
Anche il Parma va ko in casa nel derby con la Spal, ma la gara è quella più condizionata: dalla paura, dallo slittamento. Partita senza mordente che si aggiudica la Spal con un rigore generoso concesso da Pairetto (c’è stato anche uno stop del Var) e trasformato da Petagna.
Pari senza reti tra Udinese e Fiorentina: v i friulani hanno occasioni con Okaka e con gli spunti di De Paul, ma i viola colpiscono un legno con Milenkovic e alla fine sfiorano il gol vittoria. Nel silenzio del Friuli le due squadre non riescono però a superarsi e si accontentano di evitare guai peggiori.