Al termine di un breve periodo di convalescenza post-intervento chirurgico, sono uscito in pieno clima di chiusura generale, per motivi farmaceutici e sono stato proiettato al oltre sessanta di vita addietro
Mi sembravano quelle giornate di periodo natalizio o pasquale (non si parlava di turisti o villeggianti) quando ci incontrava o per andare a Messa o per seguire qualche funzione religiosa esterna o per portarci, invitati, a casa di amici o parenti. Poi, silenzio.
Nessuno in giro (tanto le auto si contavano sulle dita delle mani e le “corriere” erano ferme)
Un silenzio ed una pace cui noi adolescenti eravamo abituati ma che ora vengono imposti dalla nostra stessa coscienza di perfetti e responsabili cittadini per rispetto di se stessi e delle comunità
Solo che se incontravi qualche guardia ci si scambiava un saluto, e via.
Ora siè fermati ( e meno male, perchè fanno tanto bene) e bisogna sottostare ad un interrogatorio anche sanzionatorio
C’è il coronavirus che impera e che colpisce a destra e a manca, toccando ( si spera solo marginalmente e temporaneamente) qualche amico
Speriamo bene!
Frattanto restiamo a casa, tutti: c’è tanto da fare. Ritrovarsi con il proprio coniuge che il lavoro rallenta la frequenza; dialogare con i propri figli; accettare anche (dove esiste) la convivenza con i suoceri e, nel caso personale, approfondire la conoscenza dell’uso di tablet ed aggeggi vari.
Finirà! deve finire!|