Positano, la lettera di Enzo De Lucia in ricordo del caro Pietro
Positano – La lettera commovente di Enzo De Lucia in ricordo del caro Pietro, scomparso prematuramente:
“Ciao Maestro, ti volevo dire che adesso ci sentiamo tutti come te… heum, no nessuna chemio, no stiamo bene, e no, non abbiamo perso i capelli, i miei stanno diventando bianchi, ma non li ho tagliati, però come te stiamo a casa da “soli”, e no, nessuno ci viene a trovare… ricordi? E se usciamo per strada, la gente ci saluta da lontano, ci evita… ma per farlo hanno avuto bisogno di un decreto ministeriale e della paura, a te è bastata la seconda, alla tua famiglia… perdere un figlio, ricordi? E si abbiamo le mascherine, come quelle che avevi tu, le mettiamo per non essere un “pericolo”, si lo so per te tutti erano un pericolo, ma non lo capivamo, e a dire la verità, eri anche un po’ fastidioso con il tuo posto auto riservato, con il tuo sguardo fiero, addolorato, ma mai supplichevole, ne rassegnato, con la tua fragile umanità, e la tua dignità, si ci sentiamo un po’ come te, si alcuni sono arrabbiati, nervosi, altri maledicono Dio e la gente, no lo so che tu non lo hai mai fatto, perché per te non sono stati solo 15 giorni, (forse un mese), per te sono stati 5 lunghi anni, però noi ci sentiamo lo stesso come te, certo stare tutto il giorno seduti, ci fa avere qualche fastidio ai muscoli, alle ossa, no non i dolori che sentivi tu, quelli che neanche l’antidolorifico cancellava, però ci sentiamo come te, e sai anche noi abbiamo il nostro ossigeno adesso, no, non le bombole, ma l’aria pura, senza smog, senza il veleno della nostra tecnologia, e sai Maestro, noi stiamo vivendo come te, si hai ragione, lo so ma lasciaci questa illusione, lascia che ci definiamo eroi, salvatori di mondi, immaginari e veri… il nostro purtroppo è difficile da salvare, sai siamo arrabbiati per questa forzata inattività, dobbiamo fare i conti con ruoli che abbiamo delegato alla tv, alla scuola, ad altri che non siamo noi, quindi siamo genitori, figli, famiglia, qualche smemorato/a lo scopre per la prima volta, manifestiamo ottimismo, preghiamo un Dio manipolatore, no, non perché usi manipolare la gente, ma perché quando succede qualcosa per nostra incuria, menefreghismo, egoismo, inciviltà, la prima parola che diciamo è… però il Padreterno poteva metterci una mano, e così stanno passando questi 15 giorni eroici, che presto dimenticheremo, torneranno i turisti, le uscite, ma soprattutto i soldi, riprenderemo a litigare per questi, per le proprietà, per il potere, per stupidità ed ignoranza… ha quasi lo dimenticavo, perché noi non siamo come te, che nella malattia sappiamo ironizzare su noi stessi, con i video, noi non siamo mai banali, non siamo comparse, ma attori protagonisti, noi… noi siamo immortali, morti dentro, ignavi, spenti, ma immortali, e presto usciremo da casa, e non ci sentiremo più come te, ne come altri bambini come te, perché noi siamo adulti, noi siamo grandi… ma non io Maestro, io non ci riesco, e mi scuserai di questo, si lo so c’è di peggio, lo dicevi sempre anche se soffrivi, anche se non c’era una risposta, c’è di peggio, ed io mi chiedo se lo dicevi guardando noi, così fintamente vivi”.
La Redazione di Positanonews si stringe nuovamente ai familiari nel dolce ricordo.