Sant’Agnello. Housing sociale , le incongruenze rilevate dal Gip Fiorentino
Sant’Agnello / Sorrento . Housing sociale , le incongruenze rilevate dal Gip Fiorentino . «Il permesso a costruire è illegittimo sotto il profilo urbanistico e ambientale, perché non rispetta le disposizioni del Put» della Penisola Sorrentina. Questa è la motivazione principale che ha spinto il gip Antonio Fiorentino a convalidare il sequestro del complesso di housing sociale di Sant’Agnello, scrive Dario Sautto su Il Mattino di Napoli. Il decreto d’urgenza era stato emesso dai sostituti Andreana Ambrosino e Rosa Annunziata, praticamente a tre giorni dall’inaugurazione del nuovo quartiere ecocompatibile ed ecosostenibile – secondo l’accusa abusivo – costruito su progetto dell’ingegner Antonio Elefante, il principale indagato perché anche amministratore della Shs srl. Iscritti nel registro degli indagati anche i nomi di altre tre persone: Massimiliano Zurlo, commercialista e amministratore pro tempore dell’azienda e i due ad della New Electra, l’avvocato Danilo Esposito e Francesco Gargiulo. Tutti accusati a vario titolo di costruzione in assenza di permesso a costruire e opere eseguite in assenza di autorizzazione, con lo spettro del reato di lottizzazione abusiva che potrebbe essere accertato nel corso della consulenza affidata all’architetto Ciro Oliviero, nominato dalla Procura di Torre Annunziata per analizzare tutto l’iter amministrativo che ha portato al rilascio delle autorizzazioni e dei permessi.
Tra le incongruenze emerse, secondo il gip, anche «le conclusioni non approfondite» firmate da Paola De Maio, dell’ufficio tecnico del Comune di Meta, nominata in ausilio della polizia giudiziaria nella prima parte delle indagini. Le prime parziali conclusioni del consulente sono già state depositate agli atti dall’accusa, con il gip che ha risposto a tutte le note sollevate dallo stesso ingegnere stabiese Elefante, specialista dei grandi progetti di housing sociale. Quattro in particolare sono stati presentati negli ultimi anni: quello di Castellammare, nell’ex area Cirio di Adolfo Greco e della famiglia Polese, che è sotto inchiesta. Quello di Sant’Agnello, unico ad essere stato autorizzato anche se, secondo il giudice, con un permesso a costruire «emesso dall’Amministrazione 11 mesi dopo la pronuncia della Corte Costituzionale» che di fatto lo vietava perché in contrasto con il Put. E ancora quelli bocciati dal Tar a Piano e Sorrento.