“Vi è una sola cosa peggiore dell’ingiustizia, la giustizia senza la spada in mano.
Quando il diritto non è la forza, è male.”
Oscar Wilde
Gent.mi sindaci del territorio,
nessuno, almeno credo, in questo momento vorrebbe essere nei vostri “panni”.
Chi sceglie questa strada, però, è consapevole che non ricoprirà questa carica istituzionale così importante, solo per rendere la sua cittadina più bella, o vestire la fascia tricolore in occasione di eventi, inaugurazioni e premiazioni; egli sa che, all’evenienza, dovrà fronteggiare anche eventi catastrofici, come quelli che, purtroppo, stiamo vivendo.
Voi lo state facendo con tutto l’impegno e, tanti di noi, di questo, vi siamo grati.
Tuttavia, ma questo è un mio umile pensiero, oggi da voi mi aspetto un “pugno” ancora più ferreo.
Io come tanti altri, non sono nessuno e non mi ergo a salvatore della Patria, come si usava dire una volta.
So, però, che da 11 giorni, sono in una sorta di “clausura” familiare con mia madre e la mia famiglia, senza neanche mettere il naso fuori alla porta.
So che, nonostante mi pianga il cuore, mio fratello da giorni non ha la possibilità di vedere la madre.
So che i miei figli soffrono “dentro” perché non possono incontrare e riabbracciare i propri amici.
So, da ceramista, che la mia vita potrà cambiare totalmente, in quanto, sconfitto questo mostro, la gente non penserà a mettere oggetti in casa, ma cercherà prima di ricostruire l’economia familiare.
So che presto non potrò più far fronte a bollette, rate, mutui e affitti.
Tutto questo oggi non mi fa paura, perché non temo di fallire come artigiano, come commerciante, come imprenditore, l’importante e che non fallisca come sposo, come padre, come fratello, come figlio.
Per me è stato facile scegliere tra il salvaguardare la mia attività o la mia famiglia.
Purtroppo vedo, con dispiacere, che per tanti non è così.
Vedo ancora tanta gente in strada, a piedi, con autovetture, con motorini, e non credo che tutti vadano a fare la spesa o a comprare medicinali.
Allora cari sindaci, vi chiedo di essere ancora più rigidi, per tutelare ulteriormente i tanti cittadini che stanno mettendo a repentaglio il loro futuro per salvaguardare, il “bene comune”.
Vi vedo intenti a cercare strutture dove alloggiare i “nostri” naviganti, orgoglio della nostra Terra, additati da tanti ignoranti come fossero “untori” di manzoniana memoria.
Perché, invece, non rinchiudere in strutture ricettive anche tutte quelle persone che con il loro comportamento continuano ad alimentare il “mostro”?
Ovviamente, facendogli pagare le spese di vitto e alloggio.
In questo modo capiranno anche il dolore di chi è costretto in ospedale senza neanche poter aver vicino i suoi familiari.
Non abbiate paura, osate di più, noi capiremo, perché questo non vuol dire imporre un “regime” ma imporre la “vita”.
Fiducioso, come ripete l’auto della protezione civile, che continua giustamente ad invitarci di non uscire, CHE TUTTO ANDRA BENE,
vi saluto augurandovi buon lavoro e pregando anche per voi.