Anche gli Ufficiali di Stato Civile ogni giorno in prima linea nella gestione delle emergenze legate al Coronavirus
In questo periodo di emergenza per il Coronavirus sono tante le categorie che ogni giorno sfidano la paura di un contagio pur di compiere il proprio dovere nell’interesse della comunità. E tra le tante categorie ne ricordiamo una che troppo spesso viene dimenticata, ovvero quella degli Ufficiali di Stato Civile. E lo facciamo pubblicando la lettera di Lorella Capezzali, uno dei suoi rappresentanti.
-“Strana categoria quella degli ufficiali di stato civile, curatori e depositari degli status giuridici dei cittadini, mandatari di nuovi istituti giuridici quali le separazioni e i divorzi amministrativi, le unioni civili, i testamenti biologici (DAT), ma di cui l’opinione pubblica ignora quasi l’esistenza e soprattutto la grande professionalità tecnico giuridica che devono possedere nello svolgimento delle sempre più delicate funzioni che le normative, la prassi e la giurisprudenza attribuiscono loro e che comportano altrettante responsabilità di carattere personale nel trattare la sfera dei diritti personalissimi costituzionalmente garantiti.
In prima linea nella gestione delle emergenze a causa del Coronavirus silenziosamente stanno affrontando la situazione e le sue peggiori conseguenze in termini di vite umane. Subito pronti con soluzioni procedurali volte alla semplificazione anche per evitare possibili situazioni di contagio, lavorano e garantiscono un servizio essenziale e indifferibile non solo in smart working, ma con la presenza fisica negli uffici. Gli atti di stato civile attendono una riforma nella loro veste formale sin dal 2000 quando con il DPR 396/2000 il legislatore, in una lungimirante previsione, aveva pianificato la loro informatizzazione rimasta sulla carta ed ancora oggi la carta filigranata in fogli grandi è l’unico supporto che consente la formazione materiale dell’atto con le regole di un Regio decreto del 1939!
Ad oggi gli oltre 24.000 decessi Covid-19 che si aggiungono a quelli avvenuti per altre cause, sono stati gestiti dagli ufficiali di stato civile formando i relativi atti di morte e garantendo i conseguenti adempimenti affrontando numeri sproporzionati anche per le risicate dotazioni organiche, ma forti di una professionalità consolidata da formazione e informazione costante che li ha portati a livelli di preparazione tecnico giuridica all’altezza della situazione grazie anche al supporto ed alla formazione che da 40 anni assicura Anusca.
Anche gli ufficiali di stato civile si sono infettati, si sono ammalati e sono morti.
Ogni giorno in trincea, seppure in seconda linea rispetto ad altre professionalità, stanno esercitando le funzioni assicurando non solo lo svolgimento delle prescritte pratiche burocratiche, ma accogliendo e gestendo il dolore, la disperazione, lo sconforto delle loro comunità locali come hanno fatto in occasione della gestione dei decessi nel terremoto di Amatrice o dell’Aquila, per le stragi in mare di Lampedusa.
Grazie ad Anusca, l’Associazione nazionale che da 40 anni assicura loro una costante ed elevata formazione, un obbligo e non una facoltà, per l’esercizio delle funzioni delegate, oggi esiste una grande solidarietà e collaborazione tra gli ufficiali di stato civile dell’intero Paese. Una rete di solidarietà per assicurare un sempre miglior servizio ai cittadini delle rispettive comunità.
La gestione dell’emergenza non ha colto impreparati gli ufficiali di stato civile anche se in questo momento non sentono il conforto e l’attenzione dello Stato e delle organizzazioni sindacali per la delicata funzione che svolgono nell’attivare quella indispensabile semplificazione che nella gestione del decesso in emergenza Covid-19 ove era determinante velocizzare i tempi e rendere incisive le azioni, sempre nel rispetto dell’attuale normativa.
Gli operatori oltre ad affrontare la quotidianità di un lavoro aumentato in maniera esponenziale, anche con l’assistenza di Anusca, hanno elaborato alcune strategie operative frutto della condivisione tra gli esperti ed i colleghi che con la loro passione e la loro conoscenza pratica hanno disegnato percorsi procedurali adatti alla gestione dei decessi in questa fase emergenziale che possono essere la base per modernizzare una normativa ormai vetusta ed anacronistica facendo tesoro anche delle tragedie di questi giorni, con soluzioni efficaci ed efficienti per la rinascita dell’Italia.
È il momento, come non mai, per stringerci all’Associazione ed assieme collaborare con le istituzioni, in primis naturalmente il Ministero dell’Interno, per attivare un più ampio progetto di semplificazione di tutte le procedure nei servizi demografici.
Con queste poche righe un ufficiale di stato civile vuole uscire dall’assordante silenzio e dire che ci siamo anche noi e che andrà tutto bene!”